Coinres nella bufera: l'ass. P.C. Russo replica al presidente del Consorzio

Coinres nella bufera: l'ass. P.C. Russo replica al presidente del Consorzio

cronaca
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Si morde la lingua forse, perchè avrebbe potuto risparmiarsela quella improvvida dichiarazione, il presidente del Coinres, Vitale Gattuso, sindaco di Castronovo di Sicilia, sull’assessore regionale all’ambiente Pier Carmelo Russo.

 

“La goccia che ha fatto traboccare il vaso-ha dichiarato Vitale Gattuso-è stata l’uscita dell’assessore regionale Pier Carmelo russo- Noi cerchiamo sempre di mettere pezze e garantire comunque il servizio e poi b asta una dichiarazione per mandare tutto a carte quarantotto”.
Certo sono pezze di milioni di euro, che hanno affondato il Consorzio, ed elargiti per di più senza richiedere certificazioni antimafie e senza gare pubbliche: ma questo Vitale Gattuso non lo dice. Ergo, stia zitto l'assessore, e ci lasci lavorare.

Ma l' assesore Russo non ci sta e ribatte:" Per il presidenete del Coinres meglio sarebbe se tacesse sugli sprechi e sulle eventuali illegittimità", e nella lettera inviata alla Procura della Repubblica di Termini Imerese competente per territorio sul Coinres, e alla Procura della Corte dei conti, enumera i profili di illegittimità nei comportamenti amministrativi dei dirigenti del Coinres, sindaci e funzioanri:

Pare, secondo prime ricostruzioni che sarebbero circa tre i  milioni di euro che negli ultimi tre anni si sarebbero spesi in maniera arbitraria e senza alcuna garanzia di trasparenza,somme andate a sette ditte( e pare  che  ben 900.000 sarebbero andati ad una sola ditt)a. L’affare è ormai noto è quello dei noli a “caldo”, quelli cioè che prevedono oltre alla fornitura dei mezzi anche quelli del personale. Che il Coinres, gonfio di ben 540 dipendenti avrebbe dovuto e potuto utilizzare.
L’ATO-ha dichiarato Russo- è già ricco di lavoratori e non capisco perché non possa affittare i soli auto compattatori come si fa in tutta Italia” Ed ancora:” Una vicenda che inquieta sotto diversi aspetti, dalla gestione a tutto quanto vi ruota attorno, e sulla quale sarà opportuno andare sino in fondo”.

All’assessore Russo si è aggiunta la nota di Pino Apprendi, vicepresidente della Commissione Attività Produttive all’ARS, che a proposito dei noli a caldo, dichiara”Tutti motivi, che mi spingono a presentare in Parlamento una dichiarazione per conoscere con esattezza l’elenco completo, degli ultimi tre anni, dei fornitori, che, a qualsiasi titolo, hanno prestato servizio o fornito attrezzi o materiale vario compreso il noleggio a caldo degli automezzi al Consorzio:”

I giornali di oggi domenica, parlano intanto di una ispezione che sarà avviata dalla Regione di concerto con la Prefettura sul Coinres, mentre l'assessore Russo rincara la dose: " Il Coinres è da tempo sull'orlo del fallimento: non comprendiamo come sia stato possibile non trovare in bilancio appena trentamila euro per acquistare scarpe e guanti da dare ai netturbini per raccogliere i rifiuti, ma nel frattempo fare 180 assunzioni facendo lievitare a quota 540 il numero dei dipendenti e i relartivoi costi, ed inoltre con il meccanismo dei noli a caldo spendere altri tre milioni senza procedure a evidenza pubblica,e quindi senza l'obbligo di chiedere il certificato antimafia".

Ed ecco un altro punto dolente, premessa di quello dei noli "a caldo": non avere previsto, ( ma è solo un caso?) qualche decina di migliaia di euro per le dotazioni minime di sicurezza ha prodotto danni alla comunità per milioni e milioni di euro, secondo un meccanismo infernale che si riproduce ormai mediamente ogni quattro, sei mesi: in poche parole, appena i lavoratori accumulano un ritardo di due mesi nel ricevere le spettanze, cominciano l'agitazione, che non è uno sciopero, si badi bene.

Chiedono semplicemente le dotazioni minime di sicurezza: scarponcini, guanti, giacca, mascherine e quant'altro: qualche decina di migliiaa di euro ripetiamo, spese da casermaggio per una azienda che ha ormai uscite per oltre 35 milioni di euro l'anno. Non ci sono quest e dotazioni, quindi astensione dal lavoro, però regolarmente retribuita.

La spazzaura si accumula,e dopo sette-otto giorni, secondo uno schema ormai ben collaudato, bruciano cassonetti e spazzatura, e allora si trovano le "pezze" di cui parla il presidente Gattuso Vitale. Emergenza, i comuni raschiavano il fondo del barile, anticipazione delle banche, arrivavano "i nostri" e spuntavano "miracolosamente", camion, trattori e "polpi" di ditte private, chiamate in fretta e furia per rimuovere l'arretrato.

Quindi pensate un pò, quale meccanismo a cascata innescava l'assenza di scarpe e guanti: di danni di immagine per i nostri paesi, di qualità di vita infame per i cittadini, di milioni buttati al vento ( pensate che un solo cassonetto costa in media sui seicento euro), per non aver fatto per oltre due anni un appalto per acquistare le dotazioni minime di sicurezza,  che poco più di tre mesi fa è stato bandito per poco più di 100.000 euro

Per questo l'assessore Russo conclude:" C'è qualcosa che non torna nella gestione del Coinres, se poi nel frattempo si fanno anche assunzioni interne che per noi sono illeggittime"

 Intanto la spazzatura resta per ora nelle strade, ed i sindaci riuniti in assemblea permanente lanciano proclami, come riferiamo in altra parte del gironale, chiedendo l'intervento del governo, proponendo di farsi carico in proprio della gestione.

Però guarda caso è dal 2007 che non approvano i bilanci del consorzio., con ciò contravvenendo ad una legge che prevede che i bilanci di consorzi, e società partecipate debbano costituire parte integrante dei bilanci comunali e che prevede altresì che i debiti accumulati da consorzi e società partecipate vengono iscritti automaticaticamente come debiti fuori bilancio dai comuni.

In poche parole, quello che viene chiamato  rischio fallimento.

Ma questo è un altro punto del quale ci occuperemo, la prossima volta.

 

nella foto centrale Il presidente del Coinres, Vitale Gattuso