Negata concessione edilizia alla moglie del boss Mineo

Negata concessione edilizia alla moglie del boss Mineo

cronaca
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E’ arrivata al penultimo atto una vicenda che si trascina da anni: Gino Mineo, già condannato per mafia e arrestato nel dicembre dell’anno scorso nell’ambito dell’operazione Perseo, con l'accusa di essere stato il vicereggente della famiglia mafosa di Bagheria, possiede un appezzamento di terra di circa tremila mq

che gli deriva da eredità familiari, tant’è che il suo terreno ricadente subito dopo Villa De Spuches, è confinante con quello di altri parenti.
Il terreno si trova peraltro a ridosso di una area dove sta per sorgere un complesso residenziale, e dove nel tempo sono state edificate delle villette, e che, nelle previsioni di Piano regolatore Generale è stato destinato ad attrezzature, malgrado le opposizioni alla destinazione presentate dagli interessati in sede di adozione di P.R.G.
La superficie sarebbe stata però sufficiente, utilizzando la cubatura prevista nel verde agricolo ( 0,030mc/mq), per potere realizzare un manufatto di 30 mc.
La richiesta per la concessione all’edificazione è stata presentata dalla moglie di Gino Mineo, Angela D’Amato.
La sezione urbanistica del comune  all'epoca diretta dalla dr.ssa Marino, in considerazione del fatto che ha firmato nel tempo e aderito ad una serie di protocolli per la trasparenza e la legalità, in forza di una informativa riservata dl prefetto che segnalava il legame di parentela tra la richiedente la concessione ed il Mineo, che secondo l’accusa era il luogotenente di Pino Scaduto, reggente della famiglia mafiosa di Bagheria, ha denegato la concessione.

Da qui il ricorso al Tar dell’interessata, con la richiesta della sospensiva del provvedimento di diniego.


Il TAR con una ordinanza del 21 dicembre ha negato la sospensiva, rinviando al giudizio di merito. In realtà il Tar adotta i provvedimenti di sospensiva allorchè ricorrono una serie di circostanze e condizioni che non si appalesavano nel caso in oggetto.
Quindi in sé e per sé il diniego della sospensiva non dice nulla sugli orientamenti futuri del TAR.
Nella vicenda in realtà, il precedente qualificante e significativo è che una pubblica amministrazione abbia negato il rilascio di una concessione edilizia alla familiare di un mafioso, a prescindere dal fatto che esistessero o meno le condizioni che la legge pone per il rilascio dell’atto autorizzativo.
Qualora il TAR nel giudizio di merito dovesse dare ragione al Comune di Bagheria allora si sarebbe stabilito un importante precedente giuridico.
"E' un risultato importante - dice il sindaco di Bagheria Biagio Sciortino in una dichiarazione riportata sul sito ufficiale del comune- continua, senza sosta, l'attività del Comune di Bagheria per contrastare il malaffare e prevenire condizionamenti od influenze della criminalità mafiosa".