Sono quattro gli episodi sotto la lente di ingrandimento degli investigatori verificatisi negli ultimi tre-quattro mesi in un quartiere popolare a monte del Corso Umberto tra via Senatore Scaduto e corso Butera, a Bagheria: una pizzeria, “La preferita”, un storico forno a legna (uno degli ultimi tre superstiti a Bagheria), quello di Carmelo Ragusa e poi una macelleria, che non avrebbe presentato denuncia, e un negozio di fiori.
Due proiettili in una busta incastrati dietro la saracinesca della pizzeria, danneggiamenti dentro la macelleria e il negozio di fiori, e danni pesanti nel forno di Ragusa, dove sono stati tagliati parecchi sacchi di farina e dispersa la schiuma dell’estintore in tutto l’ambiente, dove è stato pure lasciato un bigliettino con scritto: “Bruceremo tutto”.
I malviventi erano entrati dal primo piano del forno in Via Scaduto, che è un edificio malmesso, introducendo poi nell’ambiente del forno attraverso una botola che riporta al piano terra, e dovevano pertanto conoscere bene la disposizione del locale.
Chi sono? giovinastri del quartiere? Bande che vogliono imporre il pizzo ai piccoli esercizi commerciali e presentano con questi gesti il loro biglietto da visita?
La qualità delle persone coinvolte fa escludere il movente privato e personale, per cui tutte le altre ipotesi restano in piedi e su tutte gli inquirenti stanno lavorando.
Preoccupato ovviamente il titolare del forno, che porta avanti la sua attività, fondata dai nonni da oltre 100 anni, assieme ai figli e ad un collaboratore, e che ha escluso agli inquirenti di avere ricevuto richieste estorsive, o che il gesto possa essere una reazione ad un suo diniego di aiutare qualcuno.
Nella mia cultura e mentalità, e in quella dei miei figli, avrebbe detto Ragusa, c’è naturale l’atteggiamento di tendere una mano ai più bisognosi del quartiere, ed è per questo che l’episodio è ancora più odioso e incomprensibile.