Volevano trascorrere una serata diversa due bagheresi, Paolo Bartolone, 27 anni, barista, e Antonino Di Miceli, 35 anni, muratore, ma l'hanno conclusa all'Ucciardone.
Nella serata tra venerdì e sabato scorsi, avevano bevuto qualche birra in un bar di Bagheria, e si erano poi diretti verso Palermo per concluderla "degnamente".
Nella zona del Foro Italico, hanno contattato una giovane ventiquattrenne nigeriana.
Contrattano, la fanno salire in auto, e si avviano verso una zona isolata della periferia cittadina.
Ma a questo punto cambiano improvvisamente programma, e si dirigono verso Bagheria; la ragazza capisce che sta accadendo qualcosa di strano: urla, si dimena, chiede di essere riaccompagnata, ma le sue richieste cadono nel vuoto.
I due approdano in una zona isolata vicino Bagheria, trascinano la ragazza in mezzo alla campagna e cominciano a violentarla.
Un'auto dei carabinieri del Nucleo operativo di Bagheria che sta svolgendo servizio di perlustrazione, si accorge però di quest' auto aperta e vuota dei passeggeri in piena notte in una zona isolata; e a questo punto i militari si insospettiscono.
Sono poi le urla disperate della ragazza che provengono dalla campagna che confermano i loro sospetti: chiamano allora rinforzi ed una ambulanza.
I carabinieri bloccano pertanto i due violentatori e liberano la nigeriana da un incubo da "Arancia meccanica".
I due bagheresi vengono arrestati e condotti all'Ucciardone in attesa di essere giudicati, mentre la ragazza nella caserma dei CC. di Bagheria viene affidata alle cure di personale femminile specializzato nel trattamento di donne che hanno subito violenza.
La nigeriana è stata successivamente affidata ad una struttura religiosa che opera per togliere tante ragazze dalla strada.