Cronaca minima dalla città in ferie:Tommaso e Giusy

Cronaca minima dalla città in ferie:Tommaso e Giusy

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Si chiamano Tommaso e Giusy: non è difficile incontrarli, seduti su qualche vecchia sedia o sgabello, per terra o su un muretto, in genere in Via Nino Bixio, dove abitano, vicino all’incrocio con Via Mattarella, o altrove.

Sono quei nostri concittadini ai quali di fatto riconosciamo il diritto minimo di esistere, ma non quello di vivere, perché siamo troppo occupati, politici e non, ad alimentare le nostre ambizioni.
Sono figure leggere, quasi invisibili; attraversano ogni giorno la nostra vita e le guardiamo con sguardo distratto, o facendo spallucce, o sentenziando con la mente qualche sciocchezza; persone delle quali non resta quasi traccia nel nostro mondo. Al massimo c lasciano una piccola traccia di senso di colpa.

Vivono di niente, in un mondo loro fatto di tante piccole cose, di tanti desideri, di tanti sogni inespressi e che mai, forse, si realizzeranno.
In questi giorni vendono, Tommaso e Giusy, qualche fichidindia, sistemato in una cassettina di plastica, raccolto qua e la, e fiori di fichidindia, che un tempo si usavano per fare infusi o decotti.

Non vanno certo al mercato a comprarle.


Girano per le campagne di periferia, in inverno a cercare verdura che cresce selvaggia e per tutti, cardella, giri, cavolicelli, borragine, che poi rivendono in qualche improvvisato stand una panchetta in qualche angolo che ritengono buono.
Lui ha però una passione e una grande manualità nel costruire modellini di legno. Fa di tutto.
Carrettini e automobili, motorini e bambole.
Ha realizzato in legno e canna una fedele riproduzione della nostra Chiesa Madrice.
L’ha messa in vendita al costo di 500, 00 Euro; ci ha lavorato oltre due mesi.
Durante la Festa di San Giuseppe, hanno provato a venderla, sistemandosi nella zona del corso Umberto. Non c’è l’hanno fatta e senza alcun rancore se l’è riportata a casa ed ora la espone in Via Nino Bixio.

Gli ho chiesto in che "scala" l’avesse realizzato: Mi ha risposto:” L’ho fatta a casa mia”.

Allora ho insistito per fargli capire: “In che rapporto, in che proporzione, insomma se aveva rispettato il rapporto delle misure del manufatto vero.” Tommaso continuava a guardarmi con un’aria stranita, Giusy che aveva intuito la domanda cercava di farglielo capire.

Tommaso ci diceva solo che aveva usato qualche cartolina, però per i particolari, spesso, doveva tornare davanti la Chiesa, per verificare, per controllare
Gaurdando però la foto possiamo dirvi, che per qualche misterioso sesto senso, senza l’aiuto della geometria, le proporzioni sono state rispettate.
Forse per un piccolo miracolo di San Giuseppe.