Quante volte, nella vostra vita quotidiana, andando a lavoro o in giro per Bagheria e i suoi sobborghi, vi sarà capitato di vedere dei cani, solitari o in branco, sani o moribondi, ma comunque tutti accomunati dalla medesima condizione: essere randagi.
Certamente tante, e altrettante vi sarà capitato di far finta di niente, ripetendo a voi stessi che non avreste potuto fare granchè per quelle bestie; tutte intente a far slalom tra le vie trafficate con curiosa noncuranza, oppure fameliche rovistare meticolosamente la spazzatura.
Qui a bagheria e nel suo hinterland il problema del randagismo esiste, è davvero troppo facile imbattersi in cani abbandonati che oltre a dare un'immagine non decorosa della nostra città, e ad urtare la sfera delle nostre sensibilità, quando riuniti in branchi più o meno numerosi, costituiscono senz'altro un pericolo per l'incolumità di tutti noi.
Di strettissima attualità è l'episodio avvenuto a Casteldaccia, dove un cane, uno spinone, ha aggredito un bimbo di quattro anni causandogli ferite di una certa entità, e che inizialmente additato come randagio si è poi scoperto essere quello del vicino. Come pure recentissima la notizia dei due rottweiler (razza nota ai più per la pericolosità), che a Palermo hanno attaccato senza apparenti motivi una donna, infliggendole gravi danni al volto. Sono tutti fatti avvenuti per strada, dove al posto dei malaugurati protagonisti avrebbe potuto esserci chiunque di noi, a passeggio con i figli o facendo jogging in periferia, che quindi toccano la sicurezza di tutti.
Ma il problema non riguarda solo la sicurezza o l'etica, ma investe tutti noi, prima di tutto, come cittadini, che in quanto fruitori della città, incaricati di eliminare tutti quei fenomeni che, per loro stessa natura, contraddicono con il benessere e il decoro della stessa.
Encomiabile è lo sforzo dei singoli che con spreco di tempo e denaro, si sobbarcano di curare e sfamare gli animali, in un' affannoso tentativo di compensare il vuoto dei soggetti politici. In previsione dell'estate, ci sembra che la situazione non possa che peggiorare. Spetta all' amministazione pubblica, intesa come macchina funzionale alla risoluzione dei problemi di un territorio, prendere l'iniziativa e risolvere un problema realmente tangibile, che interessa la collettività.
Una soluzione potrebbe essere quella di destinare all' accoglienza dei randagi uno dei tanti terreni confiscati alla mafia tra quelli inutilizzati (che non sono pochi); organizzando un centro, finanziato da soldi pubblici e gestito da personale adeguatamente motivato e preparato, capace almeno di assicurare un normale standard di vita alla totalità degli ospiti.
La proposta non è assurda o slegata dalla realtà, al contrario crediamo che ignorare i nostri amici a quatrro zampe sia principalmente viltà. Lo dimostra lo sgomento alla notizia, di qualche settimana fa, della morte (per investimento) del cane randagio più famoso del circondario e mascotte di un quartiere intero (Casaurro), il mitico "ninuzzo".
Ci sono tanti giovani capaci e volenterosi di dare una mano alla città, ansiosi di contribuire alla costruzione di un futuro migliore per Bagheria, che non vedono l'ora di rimboccarsi le maniche per far cambiare rotta al nostro paese, e noi come loro siamo interessati ad uno sviluppo e ad un progresso vero che non resti solo nelle parole e nell'inchiostro versati nelle aule del potere.