Riposava in pace dentro il cimitero di Bagheria la signora Rosalia La Ferla; ma la pace e la serenità l'hanno ritrovata anche i suoi familiari, la figlia Giuseppina Caruso innanzitutto, che dal 3 novembre giorno in cui facendo una visita al cimitero alla tomba della mamma morta nel 2007, non l'aveva più ritrovata nel loculo dove la signora era stata sepolta sette anni prima, e che invece ora era occupato da un'altra salma.
Una storia con lieto fine si potrebbe dire, se l'espressione non suonasse fuori luogo: ma oggi il sentimento della signora Giuseppina era appunto duplice, perchè accanto alla gioia per la mamma ritrovata si frammischiava inevitabilmente la ferita del ricordo della scomparsa.
Il caso, da noi sollevato, aveva commosso e indignato migliaia di persone dentro e fuori Bagheria.
Allora ci sforziamo di spiegare i passaggi di quanto era accaduto, fermo restando che probabilmente nella vicenda hanno giocato un ruolo anche una serie di piccole sviste, dimenticanze ed episodi imprevedibili accaduti in buona fede, che hanno anche sviato il responsabile del cimitero Bartolo Di Matteo e della dr.ssa Laura Picciurro responsabile del settore, che, a risultato conseguito, si tolgono naturalmente qualche sassolino dalla scarpa.
Oggi va onestamente detto che, anche in base al loro lavoro minuzioso di ricordi e riscontri è stato possibile arrivare alla soluzione giusta, e merito va dato anche all'amministrazione, oggi presente al cimitero con l'assessore Laura Maggiore, di non aver cessato di cercare la soluzione a quello che sembrava un rebus irrisolvibile, e ad una storia che mette a nudo i difetti della burocrazia.
Il ritrovamento di oggi è stato il frutto di una volontà politica che non voleva nascondere nulla, come ha puntualizzato Laura Maggiore, e del puzzle che un pò tutti hanno contribuito a ricostruire, anche i semplici operai esecutori.
Era accaduto che le durante le ultime estumulazioni del mese di maggio la bara della defunta signora La Ferla, era stata trasferita, in ordine rigorosamente cronologico, come ci tiene a precisare il responsabile del cimitero, Bartolo Di Matteo, dal loculo provvisorio dove si trovava e dove la figlia andava a farle periodicamente visita, nei loculi resisi disponibili perchè erano state appunto estumulate delle salme.
C'è un piccolo vuoto a questo punto: perchè i familiari non erano stati avvisati ? la risposta è che non sempre si riesce a farlo o perchè il riferimento dell'indirizzo è 'datato' o per altri banali o buoni motivi. Però, e c'è il dottore Marcello Scalici, responsabile del settore sanità pubblica della ASL a confermarlo, la bara della signora era stata regolarmente traslata.
C'è un altro passaggio poco chiaro che ha creato il caso: perchè all'esterno del nuovo loculo non sono stati trascritti, anche se in maniera sommaria, i dati anagrafici della nuova occupante, la signora La Ferla ?
Probabilmente una dimenticanza, una superficialità o un difetto di comunicazione.
Ma c'era il particolare della foto ritrovata sul nuovo loculo n° 180, che, a dire del responsabile del cimitero e della dirigente di settore avrebbe dovuto ospitare la bara della defunta, che non quadrava.
Era accaduto che qualche tempo prima la stessa signora Caruso, che ha ricordato il dettaglio, aveva consegnato ad uno dei collaboratori dell'impresa di pompe funebri che aveva curato il seppellimento, una nuova foto della madre perchè la sistemasse sul loculo 180; ed era stato il collaboratore ad andare a poggiare erroneamente, ed anche questo ci può stare a distanza di sette anni, sul loculo 180 del blocco attiguo e sbagliato, la foto ricevuta.
Anche il dettaglio fornito dalla signora Caruso che sosteneva di essere stata ad agosto a fare visita alla madre al cimitero, ricordo forse impreciso, ha contribuito a sviare le richerche.
A questo punto va anche precisata una notizia che abbiamo appreso solo adesso, e non per nostra responsabilità, e cioè che già qualche giorno dopo la segnalazione, era stato lo stesso Bartolo Di Matteo nella qualità di responsabile del cimitero che si era recato in Procura a Termini a denunciare il fatto.
Quando la signora fa la segnalazione il 3 novembre i registri cimiteriali erano stati bruciati ed i computer rubati, e lì per lì non era stato facile risolvere il problema: ma, come dicevamo, mettendo assieme i pezzi del puzzle, e riscontrando i ricordi con i verbali delle estumulazioni, una copia dei quali era in possesso del servizio dell'azienda sanitaria che si occupa di questo settore, si è risaliti alla localizzazione, il viale est, delle ultime estumulazioni allorchè alcune bare già sistemate in loculi provvisori erano state trasferite nelle sepolture definitive.
Era là quindi che bisognava cercare: è stata avanzata richiesta al Tribunale di riapertura dei loculi e la relativa autorizzazione è arrivata proprio ieri: stamane di buon mattino, la dr.ssa Laura Picciurro assieme a Bartolo Di Matteo, dopo avere informato la famiglia della signora Caruso, il sindaco Patrizio Cinque, i Carabinieri, il responsabile delle pompe funebri che aveva curato il seppellimento, si è proceduto a riaprire i loculi, ben quattro, senza nome.
La signora La Ferla, la cui bara è stata riconosciuta dai familiari, dall'addetto delle pompe funebri, e che recava la regolamentare targhetta con il nome inciso, era nel secondo loculo riaperto.
nella foto di oggi il loculo in cui era stata trasferita in via definitiva la signora La Ferla.
Bagheria: ritrovata al cimitero la salma della mamma della signora Giuseppina Caruso
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