Cronaca

Nell’ambito di un piano d’azione finalizzato al contrasto delle attività imprenditoriali abusive nel settore dell’artigianato, negli ultimi giorni i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo hanno scoperto quattro officine per la riparazione di autoveicoli, una per la riparazione e manutenzione di motoveicoli e un autolavaggio nei Comuni di Palermo, Altavilla Milicia e Lascari, risultati completamente abusive.

In particolare dai controlli è emerso che le aziende, quattro autofficine meccaniche, un elettrauto ed un autolavaggio, erano completamente sprovviste di documenti fiscali, non risultavano registrate nel Registro delle Imprese o nell’Albo delle imprese artigiane ed erano prive delle autorizzazioni per l’esercizio delle attività non avendo presentato al Comune competente la prescritta segnalazione certificata di inizio attività (S.C.I.A.).

Le imprese, molto attive nel mercato locale, disponevano di tutte le attrezzature necessarie che sono state quindi tutte sottoposte a sequestro amministrativo, quali chiavi, pinze, giraviti, morse, carica batterie, seghe per ferro, sollevatore manuale, gruetta, cavalletti, compressore, saldatrice a fili, trapano a colonna, lucidatrice, trapano elettrico, carrucola con gancio e catena, bancali di metallo.

Per l’autolavaggio si è proceduto, altresì, al sequestro preventivo del locale di oltre 60 mq, nonché al sequestro di un contatore elettronico dell’ENEL perché il responsabile oltre ad essere totalmente abusivo e scaricare illecitamente nella rete fognaria, era allacciato illegalmente alla rete elettrica; lo stesso è stato quindi segnalato all’Autorità Giudiziaria per il reato di furto di energia elettrica e per i reati ambientali di cui al Decreto Legislativo 152/2006, perché sprovvisto di autorizzazione allo scarico e per avere smaltito illecitamente ogni tipo di rifiuto nella rete fognaria.

Sei i verbali di constatazione di violazioni redatti per la totale assenza di documenti all’interno delle aziende, con applicazione di sanzioni amministrative per ciascuno di essi da € 5.164,57 a € 15.493,71, oltre alle sanzioni che saranno successivamente comminate a seguito della ricostruzione dei redditi conseguiti e non sottoposti a regolare tassazione.

I Reparti dipendenti dal Comando Provinciale di Palermo che hanno operato sono il Gruppo di Palermo, la Compagnia di Termini Imerese e la Tenenza di Cefalù.

 

Diventa definitiva la stangata per i rimborsi gonfiati ottenuti dalla clinica Villa Santa Teresa di Bagheria. La sezione giurisdizionale d'Appello della Corte dei Conti ha condannato ad un maxi risarcimento per danno erariale Lorenzo Iannì e Giancarlo Manenti.

Iannì dovrà pagare 8 milioni e 350 mila euro, mentre Manenti dovrà sborsare 6 milioni e 471 mila euro.  Manenti era il direttore generale dell'Azienda sanitaria palermitana allorchè lo scandalo  travolse il centro clinico di Michele Aiello, condannato per mafia,, mentre Iannì era il coordinatore sanitario del distretto di Bagheria.

La somma, parzialmente ridotta rispetto a quanto era stato deciso dalla Corte in 1° grado,  andrà all'Agenzia dei beni confiscati che ha la titolarità oggi della Clinica Santa Teresa e dei beni confiscati a Michele Aiello.

Secondo la ricostruzione della Corte e dei carabinieri del Nucleo antisofisticazione,  Manenti e Iannì hanno consentito, violando i loro doveri di controllo, il pagamento di tariffe gonfiate anche del 400 per cento alle cliniche di Aiello.

L'indagine della magistratura contabile prese le mosse da quella della magistratura ordinaria sulle talpe alla Dda. Con le sue cliniche Villa Teresa e Atm (Alte tecnologie medicali) Aiello aveva ottenuto dalla Regione, all'epoca del governo guidato da Totò Cuffaro, una convenzione con tariffe giudicate eccessive per prestazioni di radio terapia in regime di assistenza diretta negli anni 2002 e 2003. Erano gli anni in cui si era passati dall'assistenza indiretta al regime diretto ed era stato previsto il rimborso dal servizio sanitario nazionale solo per le prestazioni inserite in uno speciale tariffario, il cosiddetto 'nomenclatore'.

Nello stesso periodo, le strutture di Aiello erogavano prestazioni di altissima specializzazione che, non essendo ancora inserite nel nuovo tariffario, non potevano essere rimborsate.

Secondo l'accusa, l'ex direttore generale Manenti, d'accordo con Aiello, avrebbe firmato un provvedimento nel quale attribuiva a Iannì, dirigente del distretto sanitario di Bagheria, la delega a concordare con l'ingegnere le tariffe di rimborso per cinque tipi di prestazioni specialistiche, in attesa dell'eventuale futuro inserimento di quelle prestazioni nel nuovo tariffario.
 

I Carabinieri del Nucleo Investigativo hanno tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti FONSATO Eros, nato a Torino, classe 1971, ivi residente, SPAMPINATO Agatino, nato a Catania, classe 1970, ivi residente e BELLIA Salvatore, nato a Catania, classe 1955, ivi residente.

I tre sono stati bloccati all’alba di ieri a Messina, mentre si trovavano ancora all’interno del traghetto proveniente da Villa San Giovanni (RC), alla guida di due autovetture, rispettivamente una BMW ( con a bordo Spampinato e Bellia) ed una WV Passat (condotta da Fonsato) in attesa di sbarcare in Sicilia.

L’intervento operativo è scaturito dalla segnalazione di un anonimo d’origine catanese a cui è seguita l’operazione dei Carabinieri che, immediatamente, hanno posto in essere un servizio ad “hoc”.

A seguito della perquisizione veicolare, all’interno del bagagliaio della WV Passat, i Carabinieri hanno rinvenuto diversi borsoni al cui interno si vi erano centinaia di panetti di sostanza stupefacente del tipo “hashish”, per un peso complessivo di 150 Kg circa. Lo stupefacente sequestrato ha un valore al dettaglio di circa 2.000.000 di €.

Tutti gli involucri all’interno dei quali erano contenuti i panetti di stupefacente erano impermeabili, rivestiti di polistirolo e dunque confezionati in modo tale da galleggiare qualora ci fosse stata l’esigenza di buttarli in acqua. Ciò lascia ipotizzare che i corrieri temessero un intervento delle forze dell’ordine all’interno del traghetto suddetto o di qualche altra imbarcazione sulla quale la droga era stata verosimilmente trasportata in precedenza.

La sostanza stupefacente è stata recuperata e posta sotto sequestro per le successive analisi di laboratorio a cura del L.A.S.S. (Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti) dei Carabinieri di Palermo, al fine di accertare l’esatto principio attivo delle sostanze stupefacenti recuperate.

Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati associati presso la locale casa circondariale “Ucciardone” di Palermo, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Sono in corso indagini finalizzate all’individuazione dei canali di smercio della “roba” e di eventuali azioni di controllo esercitate, nello specifico, da Cosa Nostra.

Palermo, 27 marzo 2014


 

E’ accaduto nella serata di ieri, a Palermo, verso le ore 19.20 circa, quando l’operatore del 112 inviava un equipaggio del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Palermo in Via Pecoraino presso il supermercato “IPERCOOP”, all’interno del centro commerciale “FORUM” dove personale della vigilanza privata aveva fermato un uomo che aveva appena rubato della merce dagli scaffali.

Giunti sul posto, i Carabinieri identificavano S. M., 45enne nato a Palermo, residente a Santa Flavia Porticello (PA), operaio comunale.

La merce prelevata dagli scaffali: un taglierino “Cutter” spacchettato e nascosto nel borsello ed un paio di scarpe marca “Goodyears” che l’uomo aveva preso dalla scatola calzandole e nel contempo lasciando quelle che indossava all’interno dello scatolo del reparto utensili e fai da te.

Il materiale recuperato per un valore di circa 70 € veniva restituito al direttore del centro commerciale, che sporgeva formale denuncia.

Accompagnato in caserma e tratto in arresto con l’accusa di furto aggravato, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria veniva sottoposto al rito direttissimo e dopo la convalida dell’arresto rimesso in libertà.

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