Cronaca

La Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato, in città e in provincia, tre ristoranti, un’impresa di costruzioni, villini e terreni, oltre a disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di oltre 16 milioni di euro.

Il provvedimento, eseguito su ordine della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, ha riguardato due soggetti.

Il primo è un sessantaduenne originario di Torretta (PA), già arrestato per associazione a delinquere di stampo mafioso, nel marzo 2010, nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “Architetto”. Lo stesso aveva subito un sequestro di beni nel 2012 ed era stato ancora prima coinvolto in inchieste per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e tratto in arresto, nel 1988, nell’ambito dell’operazione “Iron Tower”.

Il secondo è il fratello del primo: condannato in via definitiva nel 2010 a sette anni di reclusione, per traffico di stupefacenti, è attualmente imputato di “associazione a delinquere di stampo mafioso” dinanzi alla Corte di Appello di Palermo, presso la quale è stata impugnata la sentenza di assoluzione emessa in primo grado.

Il sequestro ha riguardato beni ed attività economiche intestate a congiunti e familiari dei due ma di fatto riconducibili a questi ultimi. Infatti, gli accertamenti eseguiti dal Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo, uniti agli elementi indiziari acquisiti in vari procedimenti penali agli atti della locale Procura, tra cui anche dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno evidenziato come le disponibilità siano da considerarsi frutto di attività illecite o del reimpiego dei relativi proventi, visto che i redditi dichiarati dai rispettivi nuclei familiari sono risultati palesemente sproporzionati rispetto al valore dei beni e delle attività commerciali possedute.
 

I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Misilmeri unitamente a quelli della Stazione di Bolognetta, a conclusione di una mirata e delicata attività di indagine volta al contrasto della produzione e consumo di sostanze stupefacenti e psicotrope, in contrada Grassurelli, agro del Comune di Bolognetta (Pa), hanno tratto in arresto per il reato di coltivazione e produzione sostanze stupefacenti, TUMMINIA Enzo, nato a Palermo, classe 1982, abitante in Largo Pietro Doderlein, ed i fratelli TAORMINA Giovanni Battista, nato a Palermo, classe 1991, abitante in via dell’Ermellino e TAORMINA Gaspare, nato a Palermo, classe 1994, abitante in via Falsomiele.

I Carabinieri, a seguito di un attenta ed accurata osservazione del territorio, dopo giorni di perlustrazioni e rastrellamenti in diverse contrade del comprensorio, sono riusciti ad individuare una villetta coperta da alberi da frutta ben sviluppati che ha attirato la loro attenzione.

L’irruzione nel villino, coperto da un’alta recinzione, ha colto assolutamente impreparati i tre coltivatori con il “pollice verde”, che non si sarebbero mai aspettati la “visita” dei militari dell’Arma, all’ora di pranzo.

All’interno dell’abitazione è stato rinvenuto una vera e propria serra di cannabis indica – comunemente indicata per “marjiuana”.

La piantagione, in numero di 250 arbusti, dell’altezza media di 150 cm ciascuna, erano ben alimentate secondo un meticoloso calendario di irrigazione manuale e sapientemente arieggiate da ben 5 climatizzatori, il tutto sottoposto a sequestro.

I Carabinieri hanno inoltre rinvenuto un impianto di illuminazione composto da oltre 38 reattori che garantivano la necessaria irrogazione di calore e onde simili a quelle solari, per favorirne la crescita delle piante di cannabis.

Dopo l’avvenuta campionatura delle piantine, a cura dei Carabinieri del L.A.S.S. di Palermo, al fine di accertare l’esatto principio attivo della stessa. L’intera piantagione è stata estirpata per il successivo essiccamento e distruzione.

Sono tutt’ora in corso ulteriori indagini, onde chiarire la posizione del proprietario e/o conduttore dell’immobile.

I tre soggetti si trovano ora agli arresti domiciliari in attesa del rito direttissimo che si è tenuto nella mattina odierna presso il Tribunale di Termini Imerese, conclusosi con la convalida degli arresti e sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione e firma alla Polizia Giudiziaria, pertanto rimessi in libertà.

Palermo, 30 giugno 2014

Grave incidente all’alba di questa mattina fra piazza Giachery e via Piano dell’Ucciardone.

Una Renault Modus è uscita fuori strada schiantandosi contro quattro auto posteggiate. Il conducente della vettura Francesco Minacapelli di 31 anni, residente ad Aspra, è il più grave fra i tre feriti, tutti della Modus, che ha provocato lo scontro ed è ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Civico, per un trauma cranico e toracico.

Feriti anche gli altri due  passeggeri della Modus, tutti ricoverati in condizioni meno gravi a Villa Sofia. L'impatto è avvenuto attorno alle 5 del mattino, e dopo avere abbattuto  con  la vettura a forte velocità  l’insegna di un distributore di benzina,  è finito poi contro un palo e i mezzi posteggiati, una Toyota Yaris e una Mercedes.

Secondo quanto riferito dai vigili dell’Infortunistica è possibile che la causa dell’incidente sia l’alta velocità con cui viaggiava il mezzo, tuttavia le indagini sono ancora in corso.

Il traffico nella zona è rimasto caotico durante l'intera mattinata.
 


 

 

Lo scrive sulle pagine di cronaca palermitana del quotidiano la Repubblica, il giornalista Salvo Palazzolo. Nei giorni scorsi i familiari più vicini di Morsicato, la moglie e due figli piccoli, erano stati prelevati dai Carabinieri dalla loro abitazione di via Bacone ed erano stati portati in un luogo sicuro in conseguenza della collaborazione avviata da Morsicato con la giustizia.

Benito Morsicato era un autista del Conres, licenziato qualche mese fa assieme ad un altro suo collega, per essere stato sorpreso nello scorso febbraio in una area di posteggio delll'autostrada Palermo-Catania, mentre svuotavano il serbatoio di carburante dell'automezzo con cui avevano trasferito i rifuti in discarica.

Di fronte ai Carabinieri i due non hanno saputo trovare alcuna giustificazione per il loro comportamento, per questo avevano patteggiato la pena, e dopo un periodo di sospensione erano stati licenziati dal commissario Roberto Celico.

Benito Morsicato era stato arrestato il 5 giugno scorso nel corso dell'operazione Reset, che ha portato agli arresti di oltre trenta tra capimafia e gregari.

Morsicato si aggiunge alla lista, che comincia a diventare lunga, di mafiosi o di seguaci di cosa nostra bagherese, che stanno dando il loro contributo, per svelarne i segreti.

Morsicato, da sempre noto alle cronache giudiziarie, era un uomo di mano, di quelli che faceva gli attentati, minacciava gli imprenditori per metterli in riga, e non  un caso che sia venuta fuori una intercettazione in cui parlando con i suoi sodali spiega:' Un bidoncino da venti litri, lo rovesci per terra. lo fai svuotare tutto e così succede il viva Maria, perchè, precisava ' se ci vai con un litro non fai niente'.

E' poco probabile che Morsicato possa dare un contributo sull'alta mafia, ma sicuramente per lo scopo per cui veniva utilizzato, sa molto sulle aziende taglieggiate da cosa nostra e sulle pratiche estorsive della mafia di Bagheria

Altri articoli...