Cronaca

L'incendio in via Senofonte, una traversa della centralissima via Mattarella, è scoppiato intorno alle tre di questa notte ed il materiale altamente infiammabile, legno soprattutto, ma anche plastica e gomma, è andata velocemente a fuoco; l'intervento dei Vigili del Fuoco, pur tempestivo, non è servito a salvare assolutamente nulla dell'impianto della pista, mentre il semirimorchio dove il materiale era depositato è andato solo parzialmente danneggiato nella parte posteriore destra.

In queste ore dopo aver rimosso dal pianale, le piattaforme di legno usate per la pista si sta provvedendo anche ad eliminare i detriti che si sono formati in conseguenza delle fiamme tra cui anche i go kart bruciati .

La pista precedentemente montata in una area di via Senofonte era stata dal titolare M.C. smontata e sistemata appunto sul semirimorchio, in attesa di essere rimontata.

Proprio ieri il consiglio comunale si è occupato del problema delle giostre, con la controversa vicenda del sequestro di alcuni impianti a piano Stenditore ad Aspra.

Secondo alcune voci raccolte sul luogo dell'incidente sarebbero stati fermati dai Carabinieri intervenuti sul posto  due giovanissimi.

 

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, su disposizione della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, hanno dato esecuzione a 3 decreti di sequestro beni per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro.

I provvedimenti, finalizzati alla confisca, sono stati eseguiti nei confronti di:

- LO VERDE Giuseppe, nato a Palermo il 13.12.1957 (per aver fatto parte della famiglia mafiosa di Palermo – Tommaso Natale);

- PERFETTO Giuseppe, nato a Palermo il 02.03.1957 (per aver gestito le estorsioni per conto della famiglia mafiosa di Palermo – Corso Calatafimi);

- FRESCHI Antonino, nato a Palermo l’11.12.1958 (per aver svolto il ruolo di intermediario, per conto della famiglia mafiosa di Palermo – Villagrazia, nell’acquisto di sostanze stupefacenti, del tipo cocaina, e per aver messo a disposizione i locali per la raffinazione).

tratti in arresto nell’ambito dell’operazione “Perseo”, del dicembre 2008, che aveva fatto sfumare il tentativo di ricostituzione della Commissione Provinciale di Cosa nostra palermitana.

La complessa e minuziosa attività investigativa, svolta attraverso una serie di accertamenti patrimoniali sui beni sospettati di essere nella disponibilità dei tre soggetti, ha consentito di individuare un patrimonio di oltre 4 milioni di euro, illecitamente accumulato con i proventi derivanti da anni di estorsioni, traffico di armi e traffico internazionale di stupefacenti

La Sezione Misure di Prevenzione presso il Tribunale di Palermo, concordando pienamente con le risultanze investigative, dalle quali è anche emersa una netta sproporzione tra i redditi dichiarati ed i beni mobili ed immobili nell’effettiva disponibilità degli stessi, ha emesso i predetti provvedimenti che hanno riguardato numerose società, quote societarie, fabbricati, appartamenti, ville, appezzamenti di terreno, autoveicoli e rapporti bancari.

DETTAGLIO  BENI  SEQUESTRATI

 

    LO VERDE Giuseppe, nato a Palermo il 13 dicembre 1957:

- intero capitale sociale relativo complesso beni aziendali della società “SICILCOLOR s.r.l.” con sede in Palermo, avente attività di rivendita vernici;

- nr. 1 appezzamento di terreno sito in Palermo;

- nr. 5 rapporti bancari;

 

    PERFETTO Giuseppe, nato Palermo il 02 marzo 1957:

- nr. 2 abitazioni site in Palermo e Pollina (PA);

- nr. 1 magazzino sito in Palermo;

- nr. 2 villini siti in Termini Imerese (PA);

- nr. 1 appezzamento di terreno sito in Termini Imerese (PA);

- nr. 2 autovetture;

- nr. 10 rapporti bancari;

 

    FRESCHI Antonino, nato Palermo 11 dicembre 1958:

- nr. 3 imprese individuali e relativo complesso beni aziendali, aventi sede in palermo, operanti nel settore della vendita all’ingrosso di giocattoli e di bigiotteria;

- nr. 1 quota, pari al 60%, della socioeta’ “SUD INGROSSO & CO s.r.l.” con sede in Palermo, operante nel settore della vendita di giocattoli;

- nr. 1 villino sito in Casteldaccia (PA);

- nr. 1 appezzamento di terreno sito in Casteldaccia (PA);

- nr. 14 rapporti bancari.

 

L'autostrada Palermo Catania è stata chiusa nella corsia in direzione Palermo all'altezza di Trabia per un grave incidente che si è verificato a circa 1 Km. dello svincolo di Altavilla Milicia. Una bimba di due mesi, P.C., si trova ricoverata in prognosi riservata all'ospedale dei Bambini. La piccola viaggiava nella Seat Ibiza insieme al padre e alla madre rimasti solo leggermente feriti.

Secondo una prima ricostruzione l'auto si è scontrata con una Fiat Cinquecento che si trovava nella corsia di emergenza, ma pare che anche una Golf sia stata coinvolta nell'incidente.

Nello scontro la piccola è finita fuori dall'abitacolo ha sbattuto la testa, riportando un serio trauma cranico ed una diffusa emorragia. Alcuni carabinieri che transitavano nella corsia opposta hanno preso la bimba e l'hanno trasportata al vicino Ospedale di Termini Imerese, da dove, vista la gravità della situazione, è stata successivamente trasferita a Palermo.

 Le indagini sull'incidente sono condotte dalla Polizia stradale di Buonfornello.

Sulla carreggiata dell'autostrada, in direzione di Palermo, si sono formate code di oltre dieci chilometri.

Stamattina, nello stesso tratto di autostrada, un maxi tamponamento a catena tra cinque mezzi, aveva provocato lunghe colonne d'auto per almeno quattro chilometri. 

Foto di Matteo Gagliano tratta da facebook

 

 

 


 

I militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Palermo hanno arrestato in flagranza di reato un professionista, il dottor Giuseppe Arcoleo, dirigente medico presso l’Azienda ospedaliera “Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello – C.T.O” di Palermo e la sua assistente, Concetta Conte, caposala presso il Reparto di Pneumologia I; il reato contestato è quello di peculato ai danni dell’Azienda Ospedaliera del capoluogo siciliano.

I due sono accusati di essersi appropriati di somme di denaro spettanti all’Ospedale palermitano. Infatti, il medico era regolarmente autorizzato ad esercitare la professione all’interno della struttura ospedaliera e con le attrezzature dalla stessa poste a disposizione secondo il regime del cd. ALPI (Attività Libera Professionale Intramoenia). Per questo tipo di attività la legge prevede alcuni adempimenti ed obblighi, tra i quali, in primo luogo, quelli di esercitare al di fuori dell’orario di lavoro ospedaliero e di non riscuotere direttamente il compenso dai pazienti.

Le indagini condotte dalle Fiamme Gialle, dirette dalla Procura della Repubblica di Palermo, e durate circa 2 mesi, hanno rivelato l’esistenza di un canale alternativo a quello ospedaliero, il cui perno era rappresentato dall’assistente dello specialista che fungeva da vero e proprio “centro di prenotazione”; era infatti lei ad occuparsi di ricevere le telefonate dei pazienti, di combinare gli appuntamenti e, in alcuni casi, di provvedere direttamente a contattare vecchi pazienti sollecitando visite di “controllo”. Era sempre compito dell’assistente quello di incassare, a seguito delle visite, il denaro e di illustrare ai “nuovi” pazienti il meccanismo che, comunque, veniva sempre presentato come economicamente più vantaggioso rispetto a quello ordinario.

Le indagini hanno così permesso di riscontrare come in un solo mese il medico abbia visitato numerosissimi pazienti e la maggior parte di essi (più del novanta per cento) ha seguito il canale parallelo e le “vantaggiose condizioni” offerte; in questo modo quanto elargito dai clienti, ammontante ad alcune migliaia di euro, a fronte delle singole prestazioni, non solo è stato illegittimamente sottratto all’Ospedale ma, anche, alla tassazione in quanto incamerato dalla coppia completamente “in nero”.

Così nel pomeriggio del 17.07.2014, al termine del normale “giro” di visite, i finanzieri sono intervenuti cogliendo i due proprio nell’atto di dividersi il “contante” giornaliero pari a circa 400 euro puntualmente sottoposto a sequestro, unitamente a computer e agendine nelle quali venivano annotati i nomi dei pazienti e che sono tutt’ora al vaglio allo scopo di ricostruire l’ingente numero di pazienti.

Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che ha coordinato le indagini, il medico e l’assistente sono stati posti agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto.
 

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