Cronaca

Nella giornata di ieri un gruppo interforze, che, con cadenza ormai quasi settimanale, svolge attività di prevenzione, vigilanza e repressione dell'abusivismo  nelle attività commerciali, di controllo sulle attività di ristorazione e delle frodi alimentari o in commercio, ha portato avanti a Sant'Elia, frazione di Santa Flavia, ormai luogo privilegiato della movida locale, una capillare operazione in via Dei Cantieri e nelle vie immediatamente attigue. 

Tre pattuglie della Polizia di Bagheria rinforzata da altre unità provenienti da Palermo, assieme ad una unità della Guardia Finanza, della Capitaneria di Porticello, e della Polizia urbana di Santa Flavia hanno svolto accurati controlli sulle licenze commerciali,  sull'occupazione di suolo pubblico, sul rispetto delle normative riguardanti le licenze commerciali legate all'attività di ristorazione, a tutela dei consumatori.

Per un bar è stata disposta la chiusura perchè privo delle prescritte autorizzazioni, per altri quattro locali è stata acquisita documentazione atta a verificare presso gli uffici preposti la rispondenza tra quanto autorizzato e quanto effettivamente occupato in termini di suolo pubblico.

Sanzionato anche un abusivo che aveva messo su una baracca nella discesa a mare subito dopo l'Hotel Kafara.

Nel corso dell'operazione sono state identificate 30 persone e controllati 15 automezzi: tre auto sono state poste sotto sequestro perchè prive dei requisiti di circolazione, in particolare la copertura aasicurativa, mentre quattro ciclomotori sono stati sottoposti a fermo amministrativo per inosservanza da parte dei conducenti dell'obbligo di indossare il casco protettivo.

Un ventiseienne S.F. è stato segnalato alla Prefettura perchè ritrovato in possesso di sostanza stupefacente per uso personale.

Alla fine l'Agenzia delle Entrate è tornata sui propri passi, e l'imprenditore ha potuto tirare un sospiro di sollievo perchè non dovrà più versare all'erario 2.352.000 euro. A tanto ammontavano, infatti, le presunte tasse evase. "Presunte" perché in realtà la Flott spa, l'azienda di Aspra che commercializza prodotti ittici finita sotto accusa, era in regola con il fisco. E così è arrivato l'annullamento, parziale ma sostanzioso, dell'accertamento.

I finanzieri controllarono i libri contabili dell'azienda di Aspra, nel Palermitano, che rivende prodotti finiti con materie prime importate anche dai paesi asiatici o sudamericani, oltre che da paesi del bacino mediterraneo. Veniva contestato che la data di imbarco della merce, avvenuto in dicembre, dovesse coincidere con la registrazione contabile. Le tasse, in sostanza, andavano pagate nello stesso periodo di imposta dell'acquisto e non nell'anno successivo.

A giudizio dell'azienda, invece, il tutto andava rinviato al momento in cui la merce giungeva alla Dogana del porto italiano, passava i controlli sanitari ed entrava in territorio nazionale. Di parere opposto i finanzieri, secondo cui, visto che il contribuente non aveva registrato l'acquisto della merce viaggiante nell'anno dell'imbarco non avrebbe potuto dedurre il costo nell'anno successivo, a registrazione sui libri contabili avvenuta. Questa presunta irregolarità per i periodi d'imposta dal 2008 al 2011 si era tradotto, fra tasse e sanzioni, in un'evasione da 2 milioni e 352 mila euro.

altL’azienda si è rivolta allo studio del dottore commercialista Salvatore Errante Parrino, che fa parte del network nazionale Acb Group spa. I legali hanno contestato sin da subito il procedimento producendo una serie di sentenze e interpretazioni ministeriali. Hanno fatto ricorso alla Commissione tributaria e si sono pure rivolti al Garante del contribuente per la Sicilia che ha fatto sapere all'Agenzia delle Entrate di non essere d'accordo con l’'irrogazione di un peso fiscale così elevato in presenza di errori che potevano al più essere considerati di natura formale.

Risultato: l'Agenzia ha riesaminato il caso ed ha annullato in autotutela il rilievo milionario perché “non era stata sottratta materia imponibile al fisco”.

nella foto di copertina  Tommaso Tomasello, amministratore della Flott

da livesicilia.it
 

Fu arrestato il 9 giugno del 2003 e rimase in carcere sino al 20 febbraio dell'anno successivo: erano i tempi in cui si parlò di accordi tra coop rosse e mafie e diversi esponenti politici e dell'imprenditoria vicini alle cooperative erano stati accusati di rappresentare una sponda per il disegno di pacificazione di Bernardo Provenzano.

Quasi tutti i personaggi coinvolti furono nel tempo del tutto scagionati, e il teorema sulle Coop rosse vicine alla mafia si squagliò come neve al sole, ed adesso anche l'ex sindaco di Villabate Nino Fontana, vicino alle coop agrumarie del tempo, condannato in primo grado a sette anni ed assolto in appello, viene ora  'riabilitato' con una sentenza della Corte d'Appello, che obbliga  il MInistero dell'Economia a indennizzare con 60.000 euro l'esponente politico del Partito comunista del tempo.

A difendere Nino Fontana gli avvocati Nino Caleca e Michele Giovinco.

Seondo la sentenza della Corte d'appello già al momento dell'arresto e del primo interrogatorio di garagnzia Fontana aveva fornito tutti gli elementi per chiarire la sua posizione, rispetto alle accuse che lo vedevano a dire di alcuni pentiti in affari con Simone Castello, considerato dall'accusa uno dei postini di Provenzano.

Peraltro più di recente un pentito considerato da alcuni tribunali molto credibile, il ficarazzese Stefano Lo Verso, aveva raccontato che proprio un suo parente aveva dato alle fiamme ben due auto di Nino Fontana, al tempo in cui era consulente del comune di Ficarazzi, perchè si opponeva ad un piano urbanistico dell'allora capomafia di Ficarazzi.

A Fontana è stato cmunque riconosciuto l'indennizzo per l'ingiusta detenzione, mentre non è stata accolta la tesi del  danno docuto alla pubblicità che allora ebbero i fatti, mentee per quanto riguarada le ripercussioni di natura psichica, familiare, morale e sociale non sarebbero state sufficientemente documentate.

Cresce l'esasperazione dei lavoratori dell'Ati group e la vertenza si inasprisce nei toni e  nei contenuti: una intera giornata in cui si sono svolti  incontri interlocutori che non hanno consentito di fare un solo passo avanti, non hanno avuto altro effetto se non quello di far aumentare la rabbia di gente che da mesi non riceve uno stipendio e  che deve sfamare le famiglie.

Proteste sulle gru, cortei, sit in, assemblee e quant'altro non hanno smosso per nulla una situazione che si è impantanata nel rimpallo di responsabilità tra quanti avrebbero titolo per intervenire.

Stamane pertanto dopo avere sigillato gli ingressi del posteggio riservato ai visitatori, i protestatari hanno chiuso il cancello di ingresso alla Clinica lasciando passare solo gli ammalati ed il personale sanitario e parasanitario, mentre il personale amministrativo, e quello delle pulizie e generico è stato bloccato all'ingresso.

Si è creata una situazione di forte tensione, e c'è voluto intorno alle 8.30 l'intervento autorevole del dr. Francesco Fucarini, dirigente del Commissariato di P.S. di Bagheria, che assieme all'ispettore capo Filippo Cannizzaro ha consentito il ripristino del regolare deflusso del personale e dei parenti dei degenti; ma non sono mancati momenti di scontri, per fortuna solo verbali, che grazie anche al buonsenso di parecchi dei presenti  sono rientrati.

I lavoratori del ramo edile di Michele Aiello, oggi dell'Agenzia dei Beni confiscati, si sentono abbandonati da tutti, politici e sindacalisti compresi, e questo senso di isolamento li spinge a gesti incontrollabili.

Per fortuna è stato attraverso l'opera di mediazione del dr. Fucarini, reso possibile, un incontro che avverrà stamattina con la dr.ssa Manzo dell'Agenzia dei beni, mentre a nulla erano approdati ieri i colloqui con il dr. Dara e con il dr. Oteri.

In un comunicato fatto diffondere tramite i media l'on Piero Alongi dell'NCD sostiene che una soluzione di medio periodo,  patrocinata dalla Regione, è praticabile: in effetti quello che è sinora mancato è un'opera di mediazione della politica che riesca ad individuare una soluzione possibile per il dramma di queste 120 famiglie.

AGGIORNAMENTO

Alle 9.30 è arrivata a villa S.teresa la dr.ssa Manzo dell'Agenzia dei beni confiscati che si è subito apprestaat per incontrare i lavoratori; era presente  anche il sndacalista della Fillea CGIL Mario Ridulfo

 

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