Cronaca

 

 

In un articolo su Livesicialia .it di Riccardo Lo Verso, vengono riportate i primi verbali del pentoimento di Antonino Zarcone. Diciotto pagine, per lo più omissate, dalle quali emerge con chiarezza lo spessore del collaboratore di giustizia di Bagheria. Le sue dichiarazioni confermano le dihciarazioni di Flamia, Gennaro e di altri pentiti e collaboranti sia sulla mafia bagherese che sugli equilibri di cosa nostra palermitana, in aprticolare delle famiglia di Porta nuova con la quale Zarcone era in rapporti molto stretti-

Naturalmente, come tuti i pentiti, Zarconeesordisce  dichiarando di volere cambiare vita e di aspirare ad un futuro diverso, per se stesso e per chi gli sta vicino.

Il suo racconto comincia con la conferma di avere avuto “un ruolo direttivo nel mandamento di Bagheria nel 2011”. Nella popolosa cittadina alle porte di Palermo comandava un triumvirato: “La co-reggenza fra me, Messicati Vitale Antonio e Di Salvo Giacinto consisteva in una divisione di ruoli”. Il suo era particolarmente delicato: “Io ero incaricato dei rapporti con i palermitani, Messicati Vitale si occupava dei contatti con i mandamenti fuori Palermo (Misilmeri etc) e Di Salvo delle estorsioni e dei lavori all'interno della famiglia di Bagheria. Il vero capo, però, era Nicola Greco che si relazionava con Di Salvo Giacinto”.

Confermate in pieno le dichiarazioni di Sergio Flamia che aveva parlato del ruolo di leader assiemea Di Salvo, del villabatese Salvatore Lauricella, succeduto a Messicati Vitale dopo la latitanza a Bali e il successivo arresto di quest'ultimo.

Zarcone fa alcuni cenni sulle estorsioni subite da due imprenditori edili: “Io autorizzai Pietro Liga a portare avanti la richiesta estorsiva ma poi, non avendo notizie, chiesi a Daniele Lauria informazioni e appresi che l'imprenditore era nelle sue mani e che aveva già pagato il pizzo a Pietro Liga, ma “Liga negò l'attività estorsiva, camuffandola con un prestito personale. Riferì allora a Lauria che l'imprenditore non era a posto e questi chiuse l'estorsione, tramite Paolo Suleman, a 4 mila euro all'anno. Suleman, però, non portò il denaro e successivamente tramite Michele Armanno si ottennero 4000 mila euro per la messa a posto. Successivamente però la responsabilità della messa posto transitò nelle mani di Franco Lombardo”.

Ed ecco altri due nomi pesanti della mafia palermitana: Armanno è considerato il capo mandamento di Pagliarelli, ai cui ordini rispondeva lo stesso Suleman, indicato al vertice della famiglia di corso Calatafimi. La seconda estorsione di cui parla Zarcone “fu chiusa con 30 mila euro per la messa a posto e 8 mila euro di mediazione per Vincenzo Urso. I soldi mi furono recapitati in più tranches, prima 8 mila euro, poi dieci mila, successivamente altri dieci mila. I soldi della messa a posto confluirono nella cassa di Bagheria e furono utilizzati per il mantenimento dei familiari di Pino Scaduto, all'epoca detenuto”.

Le dichiarazioni di Zarcone tirano in ballo quasi tutti gli arrestati nell'operazione 'Argo' confermando le ipotesi investigative e l'impianto accusatorio di magustratura e carabinieri.

Con Scaduto, un tempo capomafia di Bagheria, si apre l'elenco di personaggi sui quali Zarcone risponde in maniera secca. Una girandola di nomi:“Salvatore Giuseppe Bruno  era vicino a Sergio Flamia (anche lui oggi è un collaboratore di giustizia ndr) ed era a sua disposizione anche se con lui non ha avuto rapporti diretti. Bruno si occupava di sale giochi e gli interessi in tale settore erano curati da Flamia”; “Cirrincione Michele è interno a Cosa nostra, famiglia di Villabate, a disposizione di Lauricella Salvatore, nel settore delle estorsioni”; “Gagliano Vincenzo era vicino a Sergio Flamia e il Flamia era solito utilizzare il supermercato del Gagliano per incontri. Il Gagliano si metteva a disposizione anche con me per organizzare appuntamenti sia miei che di Di Salvo”; “Girgenti Silvestro è un mio caro amico. Ho usufruito del suo locale per effettuare degli appuntamenti. Non ho mai incaricato Girgenti di commettere reati”; “Umberto Guagliardo è un ragazzo a disposizione di Franco Lombardo... nel settore dei furti, delle rapine, delle estorsioni”.; “Rosario La Mantia è un personaggio vicino a Cosa nostra già ai tempi di Pino Scaduto. È riuscito a ottenere, attraverso l'imposizione di Pino Scaduto e Pietro Granà, un lavoro in un cantiere. Ha gestito anche una parte in una vicenda estorsiva. Non ha avuto un ruolo formale in Cosa nostra anche sera vicino a molti elementi al vertice dell'organizzazione”; "Pietro Liga non è uomo d'onore anche se fa parte di Cosa nostra con compito di esattore del pizzo”; “Franco Lombardo fu affiliato da me, Gino Di Salvo e Tonino Messicati Vitale. Il suo padrino fu Gino Di Salvo”; “Su Driss Mozdahir riferisco che si occupava di furti e rapine ed era usato dalla famiglia mafiosa per controllare il territorio e comunicare i movimenti delle forze dell'ordine”; “Salvatore Lauricella è un uomo d'onore della famiglia di Villabate, molto legato a Messicati Vitale. Si occupava di estorsioni e fungeva da tramite per contati con uomini d'onore di Palermo”.

Poi la dichiarazione di una incredibile disponibilità di armi, di cui aveva parlato anche Flamia:'cita due personaggi, anche questi considerati legati al clan di Bagheria e già in cella. Dichiarazioni che aprono ulteriori spunti di riflessione. I mafiosi hanno continuato ad incontrarsi senza soluzione di continuità: “Vincenzo Graniti è a me molto vicino e l'ho utilizzato per accompagnarmi agli incontri di mafia in quanto non attenzionato dalle forze di polizia. Ho incaricato Graniti di custodire delle armi per mio conto, che questi ha poi riconsegnato a Sergio Flamia. Tali armi erano più che altro pistole (circa 10) che ho reperito per il tramite di Messicati Vitale Antonino e Pietro Lo Coco”.

I boss bagheresi non solo si incontravano, ma erano pronti a sparare, conclude l'articolo di Lo Verso.

E poi conferma che gli equilibri e le gerarchie dei clan mafiosi vengono decise dall'alto: “Di Salvo Giacinto, dopo l'arresto di Pino Scaduto, ha comunicato di essere stato incaricato di gestire la famiglia di Bagheria, coordinandosi con Giovanni Trapani di Ficarazzi. Con lui mi sono coordinato successivamente e Di Salvo ha sempre tenuto la cassa del mandamento”. Qualcuno, dunque, aveva deciso che Di Salvo doveva diventare il nuovo capo della famiglai di Bagheria.

Un incidente automobilistico è avvenuto intorno alle 15,15 di oggi, nel tratto di statale 113 che collega Bagheria a Santa Flavia, all’altezza dell’ingresso di contrada Torremuzza.

Una ragazza che viaggiava da sola all’interno della propria Toyota Yaris, per cause ancora da accertare, ha perso il controllo della vettura impattando contro il muretto che costeggia la carreggiata.

Lo schianto è stato avvertito distintamente a diverse centinaia di metri dal luogo dell’incidente, riducendo la macchina in un ammasso di lamiera nella parte anteriore.

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La Yaris procedeva in direzione Bagheria, quando, secondo una prima sommaria ricostruzione di testimoni oculari, un'altra vettura che procedeva nel senso opposto avrebbe invaso la corsia di sorpasso, costringendo  la giovane ad una manovra repentina per evitare l’impatto; sarebbe stato  quindi un'altro mezzo che avrebbe indirettamente causato l’incidente.

La ragazza, M.C., soccorsa dagli operatori del 118, per fortuna malgrado l'urto violento della vettura contro il muretto di cemento, non è ferita gravemente ma sensibilmente traumatizzata, nonché dolorante ad una gamba e al fianco, ha riportato anche una frattura al settonasale, è stata trasportata in ambulanza all’ospedale Buccheri La Ferla.

AGGIORNAMENTO

Una 'miracolata' l'hanno definita i medici che l'hanno accolto e la stanno curando in ospedale. E' la stessa ragazza M.C. che lo scrive sul suo profilo facebook: 'tante ammaccature, qualche frattura, una di queste al setto nasale, però mi dicono che sarebbe potuta andare molto peggio'.

Nel frattempo sul suo profilo si moltiplicano i messaggi degli amici, preoccupati e  increduli che però la invitano a tenere duro per superare questo momento. Anche noi facciamo alla ragazza auguri di una pronta ripresa.

 

Erano circa le undici di stamane allorchè la volante della Polizia percorrendo la provinciale Bagheria-Misilmeri nel tratto detto 'ri picurara', fors'anche allertata da una telefonata, sentiva dei rumori sospetti provenienti da una villetta che all'apparenza sembrava disabitata.

Gli agenti si avvicinavano in maniera guardinga e sorprendevano tre uomini intenti a segare con un flex , alimentato da un gruppo elettrogeno, tutti gli infissi in ferro interni ed esterni all'abitazione, che andavano successivamente sistemando su due 'lapini'.

All'arrivo degli agenti, uno dei malviventi è saltato giù dal tetto dove si trovava ed è scappato, mentre gli altri due venivano arrestati, non senza però un estremo tentativo di resistenza culminato con il lancio di un pezzo di infisso in ferro all'indirizzo degli agenti, uno dei quali riportava una contusione al braccio.

I due ladri colti in flagranza di reato ed identificati sono Antonino Savoca di 29 anni e Domenico Zora di 30, entrambi pregiudicati, che in atto si trovano custoditi presso le camere di sicurezza della Questura palermitana in attesa del processo per direttissima che verrà celebrato domani.

E' in corso di identificazione il terzo componente del gruppo.

Anche l'esercito ha cambiato il suo primitivo approccio per fare arruolati: un tempo c'erano i bandi pubblici, o in alternativa erano i giovani che accettavano di prorogare la 'ferma' un tempo obbligatoria.

Adesso ci si adegua ai tempi: così come le scuole, le università, le strutture sanitarie, anche l'esercito mette in campo quella che può essere definita la sua offerta formativa.

Si tratta di un nucleo chiamato INFO TEAM del 4° Reggimento Genio Guastatori di Palermo, che fà informazione e orientamento quindi oltre ad andare in giro per gli Istituti Superiori svolge anche la predetta attività nei comuni che ne fanno richiesta a favore anche dei giovani disoccupati del luogo.

L'obiettivo, è quello di dare ai giovani interessati, tutte le informazioni necessarie per intraprendere il mestiere delle armi e nel caso specifico nell'Esercito, quindi i requisiti fisici, anagrafici, titoli di merito, di studio ecc. per l'accesso nelle accademie per il ruolo degli Ufficiali, ruolo Marescialli, Volontari di truppa.

Sabato 4 ottobre dalle 17,00 circa e fino a tarda notte nella piazza di Porticello, approfittando anche del prevedibile afflusso di gente legato ai festeggiamenti della Madonna del Lume,  sarà allestito un gazebo illustrativo espositivo dell'Esercito Italiano, che avrà lo scopo appunto di dare a tutti gli interessati,  informazioni, consiglie enotizie per intraprendere una delle carriere militari.

Lo stand sarà composto da giovani soldati di ambo sessi. Responsabile del servizio sarà il luogotenente Angelo Pace.

 

 

 

 

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