Cronaca

Intorno alle 21 della serata di ieri martedì 28 ottobre, gli operatori della volante di servizio per il controllo del territorio della Polizia di Stato di Bagheria,  procedevano all'arresto di due pregiudicati, Martorana Giorgio di 38 anni, e Lo Medico Michele di 42, colti in flagranza di reato all'interno di una officina meccanica in via Omero al civico 51 a Bagheria.

Gli agenti sorprendevano infatti il Martorana intentoa caricare tubi di acciaio inox e due elettropompe sul cassone di una Motoape Piaggio, priva di targa, che si è acclarato essere di proprietà del Lo Medico, che peraltro si trovava ancora all'interno del cortile antistante la predetta officina, che dai titolari veniva utilizzato come deposito, mentre era ancora intento a razziare altro materiale ferroso, desistendo solo alla vista degli agenti.

La Polizia procedeva pertanto all'arresto in flagranza di reato del Martorana e del Lo Medico che venivano deferiti all'autorità giudiziaria anche in relazione al possesso di alcuni arnesi atti allo scasso, della Motoape utilizzata per il furto, e di un contrassegno assicurativo risultato contraffatto.

I due arrestati nella giornata odierna compariranno dinanzi al Tribunale di Termini Imerese per la convalida dell'arresto e per la celebrazione del rito direttissimo.

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 Lo Medico  Michele                          Martorana Giorgio

 

Quattordici dosi di hashish suddivise in altrettanti involucri di cellophane, per un peso complessivo di circa 30 grammi, avrebbero fruttato qualche centinaio di euro di guadagno ma i militari della Stazione Carabinieri di Bagheria, nella serata del 27 ottobre hanno arrestato a Bagheria, in via Santa Caterina (una congiungente via Ciro Scianna con via Palagonia) , con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio MAZZA Rosa (nella fotoin basso), 32enne residente a Santa Flavia ma di fatto domiciliata a Bagheria, e denunciato il figlio 16enne, già noto alle forze dell’ordine.

altI Carabinieri da qualche tempo erano sulle tracce della donna, avendo notato un consistente via vai da quell’abitazione, specialmente nelle ore pomeridiane, di giovani bagheresi che, successivamente controllati, erano stati trovati in possesso del medesimo tipo di sostanza stupefacente, venendo per questo segnalati come assuntori all’Ufficio Territoriale del Governo di Palermo.

Ed il blitz effettuato il pomeriggio del 27, con l’ausilio di un’unità antidroga del Nucleo Cinofili di Palermo, ha sortito gli effetti attesi: madre e figlio, sottoposti a perquisizione personale, sono stati infatti trovati in possesso rispettivamente di 8 e 6 dosi di hashish, mentre la perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire anche 20 euro, verosimile provento dello spaccio del giorno.

La donna, arrestata in flagranza, su disposizione del P.M. di turno presso la Procura di Termini Imerese, Dott.ssa Annadomenica GALLUCCI, ha passato la notte presso le camere di sicurezza della Compagnia di Bagheria in attesa del rito direttissimo, a termine del quale, a seguito della convalida dell’arresto la donna è stata sottoposta all’obbligo della presentazione alla P.G. in attesa di giudizio.

La polizia di Stato ha arrestato Daniele Gebbia, 36enne palermitano, pregiudicato di Brancaccio, poiché ritenuto responsabile di una rapina compiuta lo scorso 8 gennaio ad una parafarmacia bagherese.

Le indagini da una rapina compiuta da tre malviventi ai danni di una parafamarcia bagherese che ha fruttato un bottino di circa 750 euro. Due dei malviventi, uno dei quali sarebbe stato identificato Gebbia, si sono occupati di svuotare le casse, mentre il terzo si è occupato, pistola in pugno, di tenere a bada eventuali reazioni dei numerosi presenti.

Gebbia è stato individuato partendo dai pochi elementi disponibili all’atto della commissione del reato, in particolare la descrizione sommaria dei tre malavitosi, un incompleto numero di targa del veicolo dagli stessi utilizzato per darsi alla fuga e delle tracche che sono venute fuori dalle indagini della Scientifica, effettuate sulle tracce lasciate dai malviventi sulla scena del crimine.

Risultati che hanno permesso di delineare una situazione gravemente indiziaria in ordine ai fatti contestati al trentaseienne, al punto tale da ritenere assolutamente necessaria, attesa la recidiva dello stesso, l’emissione del provvedimento restrittivo della misura cautelare della custodia in carcere.

Gebbia, a conclusione degli atti di rito, è stato condotto presso il carcere “Ucciardone”.

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A ritrovarlo è stato un cacciatore che stava facendo in quella zona una battuta di caccia e che ha immediatamente, intorno alle 11.30 di stamane, segnalato al 113 quanto aveva visto.

Immediatamente sono accorsi sul luogo, un appezzamento di terreno in contrada Villa-Parisi in territorio di Bagheria, un automezzo dei Vigili del fuoco e diverse auto della Polizia, con l'ispettore superiore Mimmo Barone a coordinare gli interventi. 

Agli agenti si è presentato lo spettacolo del corpo di un uomo semicarbonizzato su un falò, già quasi del tutto spento, di ramaglie di limone; non c'era niente da fare, per cui sono cominciati i rituali adempimenti per il riconoscimento del cadavere.

L''uomo che è stato identificato per Giovanni Nasca, classe '38, residente alla Puntaguglia, che era stato inviato dal proprietario del fondo a sistemare un pò la campagna e forse anche a bruciare le ramaglie derivanti dalla  potatura.

altIn prima battuta si è pensato subito ad una disgrazia dovuta magari ad imprudenza, qualcosa però sulla scena del delitto non ha convinto del tutto gli inquirenti perchè  ci sono delle dissonanze di non poco conto; per esempio addosso all'uomo c'erano sfalci di potatura incombusta, la legna non era particolarmente secca ed è una giornata senza vento.

Forse l'uomo stava cercando di rialimentare le fiamme spingendo altra legna sul fuoco, e che in seguito ad un brusco movimento sia caduto, ma al momento è solo una ipotesi

Sono stati  pertanto chiamati sul posto la scientifica ed il medico legale, che, mentre scriviamo non è ancora arrivato,  per una prima ispezione cadaverica, e perchè possano dire una parola definitiva sulle cause che hanno portato l'uomo a rovinare sulle fiamme.

E' oltremodo difficile pensare, anche se non da escludere in assoluto, che un uomo di esperienza di campagna possa essere caduto sul fuoco, a meno che non sia stato colto da malore.

I familiari dell'uomo sono già stati avvertiti.

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