Cronaca

Dal 1 dicembre scatterà un articolato programma di controllo predisposto a livello provinciale da un Coordinamento delle forze dell'ordine che mira a prevenire gli scippi e le rapine ai pensionati che dal 1 all' 8 dicembre andranno a prelevare in denaro contante la pensione e la tredicesima mensilità.

Il piano di sicurezza discusso presso la Questura di Palermo, prevede a Bagheria un impegno sinergico tra Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza: nei dintorni di ciascuno dei quattro Uffici postali presenti nel nostro comune, Aspra compresa, ci sarà, ferma o in movimento nei paraggi una pattuglia di carabinieri , poliziotti o finanzieri, che cercheranno di individuare personaggi sospetti o situazioni a rischio;  a loro si affiancheranno anche uomini in borghese provenienti da Palermo.

L'anno scorso furono una mezza dozzina gli scippi o le rapine realizzata con una tecnica, se vogliamo, nuova, e cioè gli anziani venivano 'puntati' sin dal momento del prelievo dlle loro spettanze, e bloccati a pochi metri dall'uscio di casa.

Le forze di siucrezza raccomandano quindi di evitare di percorrere da soli lunghi tratti di strada a piedi e da soli con consistenti somme in tasca, e chiedono anche ai cittadini di segnalare essi stessi alle pattuglie che opereranno nei dintorni degli Uffici postali individui o situazioni sospette.

Naturalmente gli anziani che ritenessero di potere essere a rischio possono rivolgersi agli uomini delle pattuglie per chiedere aiuto o consiglio. 

Foto d'archivio

Salvatore Lo Piparo è uno dei collaboratori di giustizia bagheresi, già arrestato nell'operazione Reset che hanno dato un contributo ad individuare i fiancheggiatori della primula rossa di catselvetrano Matteo Messina Denaro.

Lo Piparo che ha anche raccontato agli investigatori il dettaglio folcloristico che nella soap Agrodolce interpretava come comparsa un poliziotto, ha raccontato agli inquirenti di una misteriosa cassaforte custodita nella casa di un residente a S.Flavia, tale Ciro Carrello anche lui arrestato nell'ultima operazione (che mirava a fare il deserto intorno al superboss) come responsabile della rapina ai danni del deposito TNT  di Campobello di Mazara che sarebbe servita anche per finanziare la latitanza del padrino di Castelvetrano.

La frase di Lo Piparo, che mostra di conoscere bene la residenza del Carrello  in via Basilica a S.Flaviaa, così come la riporta in un articolo di oggi il sito livesicilia.it in un articolo a firma di Riccardo LO Verso  è estremamente sibillina:  andate a perquisirla che ci potrebbero essere tante cose”.

Peraltro sempre secondo il quotidiano on line, Lo Piparo ha raccontato che per il colpo furono utilizzate una serie di armi: un fucile calibro 12 Benelli, una Beretta calibro 9 parabellum e due calibro 7,65.

Le armi sarebbero state messe a disposizione da Carrello. “Abita Santa Flavia, di fronte alla basilica… - ha raccontato Lo Piparo - e vi dico pure una cosa, una confidenza che… perché siamo andati a provare anche delle pistole tra cui questa nuova parabellum che le cartucce gliele feci fare io… andiamo a provare queste armi e lui praticamente si comprò una cassaforte e si fece montare questa cassaforte a casa, nascosta bene, per evitare che qualcuno la trovasse… una classica cassaforte che si mette dietro un quadro, oppure dietro un mobile, e lui sta in via basilica, a Santa Flavia, almeno fino a quando mi hanno arrestato”. “E dentro questa cassaforte cosa ci tiene?”, chiedono i pubblici ministeri Carlo Marzella e Maurizio Agnello: “... ci potrebbero essere tante cose… si potrebbero trovare cose...”.

I carabinieri sono andati a perquisire l'abitazione di Carrello, ma nella cassaforte non è stato trovato nulla.

 

La Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato cinque immobili in città, due magazzini, un’autovettura, due motoveicoli e disponibilità finanziarie, per un valore di oltre 700.000 euro, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della locale Procura della Repubblica a STASSI GIORGIO

Interessato dal sequestro è un cinquantanovenne palermitano, gravato da numerosi precedenti penali, già ritenuto socialmente pericoloso dal Tribunale di Palermo - con sentenza del 2011 – e condannato in via definitiva nel 2012 dalla Corte di Appello di Palermo, per reati connessi al traffico di stupefacenti. Nell’ultima condanna, che riguarda fatti commessi fino al 2011, al soggetto veniva contestato di aver fatto parte di una consolidata consorteria criminale, dedita allo spaccio di droga nel quartiere “Zisa” di Palermo.

Il sequestro eseguito trae origine dalle indagini svolte dal G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Palermo, che hanno rilevato un’evidente sproporzione tra i redditi dichiarati dal complessivo nucleo familiare del soggetto e le numerose acquisizioni patrimoniali realizzate nel tempo.

Nello specifico, i riscontri effettuati dalle Fiamme Gialle hanno permesso di evidenziare come il nucleo familiare dell’interessato, composto da cinque persone, abbia fiscalmente dichiarato redditi irrisori e, comunque, appena sufficienti a soddisfare le primarie esigenze di sussistenza, ma non idonei a consentire l’accumulo di risparmi, l’acquisto di beni immobili, oltre che di due motoveicoli e di un’autovettura, tutte spese risultate incompatibili con la descritta situazione reddituale.

Le predette risultanze hanno consentito l’emissione del provvedimento di sequestro da parte della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo.
 

Dopo la vicenda che ha visto protagonista il Museo Guttuso, che verrà temporaneamente chiuso, per permettere di portare a compimento alcuni lavori di riqualificazione del museo, grazie a dei fondi regionali, il Sindaco Patrizio Cinque, la sua Giunta ed alcuni consiglieri del Movimento Cinque Stelle, per analizzare le possibili cause che hanno portato ad un cattivo funzionamento della pinacoteca comunale, hanno deciso di approfondire dei documenti riguardanti il Museo Guttuso.

Durante la consultazione di questi atti, però è emersa una situazione incresciosa: sul registro dove vengono inventariate le opere qualcosa non quadra.

Dal 2002 ad oggi, infatti, tutte le informazioni riguardo le opere catalogate su questo registro sono state trascritte a matita e non a penna, e con un tratto molto flebile, che permetterebbe facilmente la cancellazione delle informazioni.

È stato commesso un reato: questo registro, infatti, è un atto pubblico, dove qualsiasi annotazione va fatta con la penna blue o nera, con scrittura chiara e leggibile.

Perchè per 12 anni questi atti sono stati compilati in modo illegittimo? Come mai nessuno si è mai accorto che ciò accadeva?

Appurato ciò, l’Amministrazione Comunale di Patrizio Cinque, ha contattato i Carabinieri di Bagheria che hanno verificato di persona quanto accaduto, recandosi nei locali di Villa Cattolica.

Attualmente i plichi incriminati sono stati sigillati, in attesa di un’analisi più attenta da parte delle forze dell’ordine.

Il nostro obiettivo -dichiara il Sindaco di Bagheria- è quello di far luce su questa vicenda e capire cosa c’è dietro a queste azioni illegali. I bagheresi vogliono il cambiamento, la legalità e la trasparenza e noi stiamo percorrendo la strada per raggiungere questo obiettivo. Noi vogliamo rilanciare questo bene prezioso -continua Patrizio Cinque- e non percorrere strade che non permettono di sfruttare appieno le potenzialità di Villa Cattolica e del suo museo. Il museo Guttuso dovrà diventare fonte di richiamo per turisti e cittadini e punto focale della cultura bagherese, gestito in trasparenza e nel rispetto delle regole”.

"Sono di ampia diffusione in questo momento articoli riguardanti la chiusura del museo- dichiarano i consiglieri del M5S-. Ci chiediamo secondo quale logica dettata dalla trasparenza un museo gestito in questa maniera possa continuare a funzionare. Chi può assicurare che opere dall’ingente valore non siano state sottratte illegalmente? Cosa ha fatto la politica, strumento di controllo, in passato?

"Il museo è dei bagheresi, non di pochi, di tutti ed ognuno di loro deve conoscere come sia stato gestito sino ad oggi.”

UFFICIO STAMPA M5S BAGHERIA

Altri articoli...