Cronaca

Le auto si trovavano parcheggiate all'altezza del civ. 163 di via Città di Palermo, ed erano di proprietà della famiglia dell'avvocato Rosalia Zarcone, uno dei penalisti più noti a Bagheria: proprio l'altro ieri, e ne davamo notizia tra le brevi, due suoi assistiti, i buttafuori bagheresi, Gaspare Ribaudo ed Emanuel Rughoo Tejo, arrestati il 31 ottobre scorso, perchè accusati di estorsione erano stati scarcerati perchè le prove erano state ritenute dal GIP, Roberto Riggio, insufficienti per giustificare la detenzione in carcere.

L'incendio è scoppiato poco prima delle ore cinque di stamane e sono immediatamente accorsi i vigili del Fuoco, Polizia e Carabinieri, che hanno temporaneamente interrotto il traffico: lo scoppio in rapida sequenza  di due pneumatici ha allertato alcuni residenti nella zona che sono scesi in strada.

Le auto sono una Ford Fusion, ed una Mini Cooper che sono andate completamente distrutte dalle fiamme, mentre un altra auto nella disponibilità della famiglia Zarcone una BMW 180 S che si trovava parcheggiata dall'altro lato dell'arteria è rimasta seriamente danneggiata all'interno, probabilmente perchè è stato versato dentro del liquido infiammabile.

Gli inquirenti non nutrono dubbi sulla natura dolosa del gesto per una serie di elementi inequivocabili.

Tutto è partito da un litigio con la propria compagna che ha costretto la donna N.L. di 38 anni, vistasi con le spalle al muro, a richiedere l'intervento della Polizia in via Cesareo: ma entrando in casa di Amhri Badeddrin. tunisino di 35 anni, gli agenti hanno subito notato che dentro uno stanzino dell'abitazione, trasformato in serra, veniva coltivata marijuana; ne hanno trovato dieci piante dell'altezza di circa 30 cm, oltre a materiale vario che veniva usato per la coltivazione in serra dello stupefacente.

L'uomo ha cercato di opporsi al sequestro della droga facendo resistenza nei confronti degli agenti del locale Commissariato che, a questo punto, lo hanno  arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, detenzioni di sostanzea stupefacente e  lesioni.

Gli agenti sono stati costretti a farsi refertare presso il locale Pronto soccorso per le ferite riportate, mentre l’uomo è stato processato per direttissima.

 

All’alba di oggi, militari appartenenti al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo hanno eseguito 8 ordinanze di custodia cautelare personali, di cui 5 in carcere e 3 agli arresti domiciliari, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, Dr.ssa Maria Pino, su richiesta del Pubblico Ministero dott. Claudio De Lazzaro, nei confronti di soggetti appartenenti ad un’organizzazione criminale dedita ad una intensa attività di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina e marijuana, sulla piazza palermitana.

 

L’operazione “Restart” ha permesso di smantellare una ramificata organizzazione di spaccio, operante nella zona di “Belmonte-Chiavelli”, che garantiva una disponibilità di droghe pressoché permanente e continua, attraverso la presenza di “pusher” nell’arco delle 24 ore, alla stregua di una qualsiasi attività commerciale “no stop”.

La compagine delinquenziale sfruttava la conformazione morfologica del quartiere, prevalentemente composto da tortuosi e lunghi vicoli, spesso senza uscita e densamente popolati, che facilitava la rilevazione di eventuali “presenze” estranee ed il rapido dileguamento degli spacciatori, nel caso in cui fossero stati disposti controlli da parte delle Forze dell’Ordine nelle aree interessate.

Le indagini svolte dalla Sezione “G.O.A.” del G.I.C.O., sviluppate a partire dal 2011, consentivano, tuttavia, di eludere gli accorgimenti adottati dall’organizzazione criminale. Attraverso mirati servizi di osservazione, appostamento e pedinamento, supportati dall’utilizzo di sofisticate tecnologie, venivano ricostruite le modalità dello “spaccio” ed i ruoli ricoperti dai singoli componenti dell’organizzazione nell’attività criminale.

Le indagini hanno, in particolare, fatto emergere l’accuratezza con cui veniva gestita l’attività di vendita di stupefacenti, che faceva perno sulla predisposizione di veri e propri “turni”, volti ad assicurare alla folta cerchia dei “clienti” della piazza di spaccio la costante possibilità di approvvigionarsi di sostanze illecite in luoghi prestabili, presso i quali gli acquirenti avrebbero potuto rintracciare i fornitori anche senza alcun preavviso.

Durante le indagini, durate sei mesi, è stato possibile ricostruire oltre mille episodi di cessione, sono stati identificati 107 consumatori. Nei confronti degli indagati sono stati sequestrati oltre 5 kg. di marijuana, 100 grammi di cocaina e nr. 266 piante di marijuana, con l’arresto in flagranza di reato di 5 responsabili tra i 38 responsabili deferiti alla competente A.G., tra i quali anche alcuni minorenni la cui posizione è all’esame del Tribunale dei Minori.
 

Taglieggiava una casa di riposo, ma il titolare ha deciso di denunciare il suo estorsore che è stato arrestato dalla Direzione Investigativa Antimafia di Palermo. 

Si tratta di Atanasio Ugo Leonforte di Ficarazzi, che è stato raggiunto stamani da una Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Palermo per tentata estorsione. Lo stesso è già detenuto per associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione. Rilevante è stato il sostegno fornito dall'associazione antiracket «Addiopizzo» all'imprenditore, minacciato dal racket delle estorsioni.

«L'arresto compiuto dalla Dia di Palermo con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia rappresenta la conferma di come nei paesi della provincia stia cambiando il clima», afferma una nota di Addipizzo. «Pochi mesi fa l'imprenditore è entrato in contatto con la nostra associazione - prosegue - che l'ha accompagnato a denunciare presso gli uffici della Dia di San Lorenzo. Un'importante e concreta sinergia tra la Direzione Investigativa Antimafia e l'associazione antiracket di Palermo». «Il percorso di denuncia ha visto coinvolto passo dopo passo l'associazione accanto alla vittima che oggi può proseguire, continua - come oramai tanti altri imprenditori e commercianti di Bagheria, Ficarazzi e Altavilla, la sua attività in condizioni di normalità e serenità. Un cammino difficile che trova il suo tanto atteso epilogo di liberazione che coincide con la nuova e importante stagione che stanno attraversando molti operatori economici della provincia di Palermo».

Addiopizzo ribadisce «l'appello a quanti vivono ancora oggi stretti dalle maglie del racket delle estorsioni affinchè decidano di collaborare e denunciare: siamo pronti e disponibili a sostenere tutti i commercianti e gli imprenditori che compiranno questa scelta».

Proprio oggi Addipizzo sarà a Bagheria per fare una campagna di sensibilizzazione nelle scuole e presso gli esercizi commerciali ed in serata al Bitta per un paeriticvo di 'consumo critico'
 

Altri articoli...