Cronaca

Anche a Giuseppe Comparetto, considerato capo della cosca di Ficarazzi, già arrestato lo scorso mese di giungo nell'operazione 'Reset', è stato notificato una ordinanza di custodia cautelare in carcere, per avere partecipato all' omicidio di Andrea Cottone, delitto per il quale c'erano già tre imputati.

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, al termine di una complessa attività d’indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia (Procuratore Capo f.f. dott. Leonardo Agueci, Procuratore Aggiunto dott. Vittorio Teresi e Sostituti Procuratori dott.ssa Francesca MAZZOCCO e dott.ssa Caterina MALAGOLI), hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Palermo (dr. Nicola AIELLO), nei confronti di COMPARETTO Giuseppe, nato a Palermo il 22.01.1976, per l’omicidio, e la successiva soppressione del cadavere, di COTTONE Andrea.

Il COMPARETTO in atto è detenuto in quanto tratto in arresto il 5 giugno scorso, nell’ambito dell’operazione “RESET”, poiché ritenuto il reggente della famiglia mafiosa di Ficarazzi.

Il 18 marzo 2014, i Carabinieri del Nucleo Investigativo avevano già tratto in arresto per l’omicidio del COTTONE:

- Ignazio FONTANA, nato a Palermo il 14 maggio 1973, già detenuto dal 25 gennaio 2005 quando venne tratto in arresto nell’ambito dell’operazione “Grande Mandamento”;

- Onofrio MORREALE, nato a Bagheria il 25 dicembre 1965, già detenuto dal 25 gennaio 2005 quando venne tratto in arresto nell’ambito dell’operazione “Grande Mandamento”;

- Michele RUBINO, nato a Palermo l’8 dicembre 1960, che era in stato di libertà.

In aggiunta agli elementi indiziari già acquisiti, si sono rivelate decisive le ulteriori indagini svolte a seguito delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia.

LA VITTIMA

COTTONE Andrea, in data 6 settembre 1995, era stato arrestato per “associazione di tipo mafioso” in quanto ritenuto capodecina della famiglia mafiosa di Villabate. Nel 1999, dopo la sua scarcerazione, aveva continuato ad essere vicino” ai “MONTALTO” di Villabate.

Già in quel periodo venne chiesta l’autorizzazione alla sua “eliminazione” ai reggenti di quella consorteria, PICCIURRO Biagio e PITARRESI Salvatore (contrapposti ai “MONTALTO”) ma, solo dopo il loro arresto, Bernardo PROVENZANO diede il consenso all’omicidio.

LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI

Il 13 novembre 2002, alle ore 12.30, COTTONE Andrea venne accompagnato, a bordo della propria autovettura, presso il ristorante-minigolf di Ficarazzi, apparentemente per discutere con MORREALE Onofrio in merito a dei furti verificatisi in quel Comune, alcuni dei quali perpetrati ai danni dello stesso COTTONE.

Da quel giorno, però, si persero le sue tracce. Il successivo 27 novembre 2002, a Termini Imerese, venne rinvenuta l’autovettura regolarmente parcheggiata.

Ad attendere il COTTONE al minigolf, come ora accertato, c’era, oltre a Onofrio MORREALE, Ezio FONTANA e Michele RUBINO, anche COMPARETTO Giuseppe.

In quell’occasione il commando avrebbe dovuto eliminare anche la persona che aveva accompagnato il COTTONE all’appuntamento, che però si salvò solo perché uno dei killer si era accorto della presenza di un testimone.

Secondo quanto accertato, il COTTONE venne strangolato con una cintura e il suo corpo venne “sciolto” in un deposito di marmi di Bagheria; nel pomeriggio dello stesso giorno, vennero gettati nel mare di Aspra anche alcuni monili appartenuti alla vittima.

Il commando, prima di uccidere il COTTONE, avrebbe dovuto interrogarlo per sapere se i “MONTALTO” avessero intenzioni ostili nei confronti del gruppo contrapposto capeggiato da Nicola MANDALÀ.

Come ormai accade da qualche tempo, coadiuvati da pattuglie del Reparto prevenzione crimine provenienti da Palermo, unità del Commissariato di Pubblica sicurezza di Bagheria, hanno proceduto ad una vasta azione di controllo del territorio, mirante ad individuare oltre che violazioni del codice della strada, anche eventuali violazioni del regime di misure di limitazione della libertà personale.

Sono stati identificati 140 soggetti ed oltre 80 autoveicoli, 3 autovetture  e 2 motoveicoli sono stati sequestrati per mancanza della copertura assicurativa del mezzo e per guida senza casco , e sono state leevate circa 30 contravvenzioni.

Sono state altresì controllati 25 persone sottoposte a misure limitative della libertà personale.

In questo contesto sono stati eseguiti due provvedimenti di arresto per sentenze passate in giudicato: in particolare si è rpoceduto all'arresto di Pirrotta Giovanni di 34 anni, per una condanna definitiva ad 8 mesi per i reati di furto, e di Franzino Ciro, 70 anni, condanna definitiva a mesi 6per sottrazione di merce sottoposta a sequestro giudiziario; a quest'ultimo sono stati concessi il regime dei domiciliari.

 

Tragica conclusione di un incidente sul lavoro che ha colpito un pescatore di Porticello, Antonino Sanfilippo, pescatore porticellese di 62 anni.

Secondo una prima ricostruzione fatta in maniera frammentaria, perchè ancora sotto choc, dai componenti dell'equipaggio del motopesca "Elisabetta Genovese", iscritto nel Compartimento marittimo di Mazara del Vallo, durante una battuta di pesca nelle acque di Pantelleria, l'uomo sarebbe stato colpito al volto, nella sala macchine, per lo scoppio di un tubo in cui circolava olio a pressione.

Immediatamente sono accorsi a soccorrerlo gli altri componenti dell'equipaggio e tra questi il figlio del Sanfilippo, che prestate le prime cure, hanno rapidamente raggiunto il porto di Pantelleria, da dove l'uomo è stato trasferito in Ospedale; ma purtroppo il pescatore non ce l'ha fatta.

Grande commozione ha suscitato questa terribile vicenda a Porticello, dove i Sanfilippo erano molto conosciuti: nella giornata di domani la salma dovrebbe giungere a Porticello, dove domani stesso si svolgeranno i funerali.

C'è anche una bagherese, Antonella Vitale, tra le 16 misure di custodia cautelare (di cui 3 in carcere e 13 agli arresti domiciliari) eseguite sin  dalle prime ore del mattino, in Palermo e Termini Imerese, dai militari della Compagnia di Termini Imerese e del Gruppo di Monreale, coadiuvati da quelli del Gruppo e del Nucleo Radiomobile di Palermo, con il concorso del 9° Elinucleo; oltre alle ordinanze di custodia ci sono anche di 5 misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

I  provvedimenti sono stati emessi dal GIP del Tribunale di Termini Imerese su richiesta della locale Procura, nei confronti di altrettanti indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, furto aggravato e ricettazione in concorso, estorsione, rapina impropria e detenzione abusiva di armi.

Le indagini, avviate nel dicembre 2012 e condotte dal Nucleo Operativo della Compagnia di Termini Imerese, hanno consentito di delineare le responsabilità penali di diversi soggetti. In tale contesto, si accertava:

- l’operatività di quattro gruppi indipendenti di giovani dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo “hashish” e “cocaina”, operanti nei territori di Termini Imerese e Palermo, nonché di alcuni “grossisti della droga” dai quali gli stessi si approvvigionavano della sostanza stupefacente necessaria per soddisfare i loro utenti; nel corso delle attività investigative sono state arrestate in flagranza di reato 6 persone, altre 10 segnalate ex art. 75 D.P.R. 309/90 all’Autorità competente, sequestrate sostanze stupefacenti pari a 20 gr. di “cocaina” e 150 gr. di “hashish”, nonché la somma di denaro contante di 1.000 euro;

- l’esistenza di un sodalizio criminale specializzato nei furti presso esercizi commerciali e nella contestuale ricettazione della merce trafugata;

- la commissione di diversi furti con strappo, trasformatisi in talune circostanze in rapine, operati a danni di anziani di Termini Imerese;

- due casi di “cavallo di ritorno”, ai danni di soggetti vittime di furto di motocicli, successivamente restituiti dietro compensi in denaro.  

In carcere sono finiti Giuseppe Virzì, detto Ivan, 39 anni, Salvatore Augusta, 45 anni, Giuseppe Augusta, 22 anni.

Agli arresti domiciliari  Antonella Vitale, 31 anni, Mario Cangelosi, 36 anni, Orazio Cefalù, 25 anni.   Paolo Genovese, 28 anni, Giuseppe Di Maria, 57 anni, Francesco Duca, 26 anni,  Gianluca Fasone, 36 anni, Francesco Gazzano, 27 anni, Maria Lauretana Governara detta “Valentina”, 27 anni, Rosa Mantia, 25 anni, Carmela Scarcipino Pattarello, 45 anni, Rosario Cozzo, 26 anni, 

Hanno l’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria. Salvatore Boscarino, 21 anni, Dario Cilfone, 28 anni, Agostino Contino, 30 anni, Silvio Giuseppe Napolitano, 20 anni, Alessio Napolitano, 22 anni, 

 

 

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