Salviamo Valguarnera! - di Francesco Alliata di Valguarnera

Salviamo Valguarnera! - di Francesco Alliata di Valguarnera

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Ho ripreso possesso del cuore ferito di Villa Valguarnera, la dimora dove sono sempre vissuto con la mia famiglia, dove ho fondato nel 1946 la Panaria Film, e di cui possiedo tutte le chiavi, perché questo mio "grido" possa salvare un monumento per troppo tempo aggredito.

Mi dichiaro prigioniero politico della burocrazia, che non mi consente di salvare dalla distruzione la casa della mia famiglia, uno dei più importanti complessi monumentali della Sicilia.
Ho preso questa decisione, a 91 anni, tornando a vivere a Bagheria, e trovando un degrado del pino nobile che va al di là delle mie supposizioni, per affermare il principio che soltanto con la presenza di chi è portatore di amore nei confronti di questo complesso monumentale se ne può evitare la rovina e le relative responsabilità penali e civili, che ricadrebbero innanzitutto su mia figlia, che ne è proprietaria insieme alla sua anziana madre.

Dopo anni di nostre denunce e vane battaglie legali, mirate sempre a tutelare dagli abusi e rendere fruibile il monumento, proprio in questi giorni una iniziativa del FAI, delle scuole dell'amministrazione comunale di Bagheria sembrava finalmente infrangere l'incantesimo malefico che per decenni ha isolato Villa Valguarnera dalla società civile.

Studenti e professori lavoravano da mesi alla realizzazione di un percorso conoscitivo che avrebbe consentito a tutti, il prossimo 27 marzo, di scoprire non solo la storia di questa residenza storica e del suo prezioso parco, ma anche l'originario glorioso disegno urbanistico di Bagheria, restituendo alla città dignità culturale ed entusiasmo per affrontare il proprio difficile futuro.

Ma tutto ciò purtroppo non avverrà, perché ancora una volta questo sito-invece di diventare il simbolo del riscatto morale e sociale di Bagheria- sembra dover soccombere al malaffare burocratico e agli appetiti speculativi che lo stanno condannando alla distruzione.

Se mettiamo mano ai lavori, con progetti esecutivi presentati da anni, veniamo denunciati per abuso. Se non lo facciamo, veniamo denunciati per crollo doloso, un reato punibile con l'arresto da 1 a 5 anni.

Per un verso ci vengono impedite persino le opere indispensabili alla vivibilità della casa, la cui urgenza è sancita da numerose sentenze; per altro verso si sostiene che proprio quel degrado, cui non viene consentito di porre rimedio, impedirebbe la pubblica fruizione del viale, delle corti e del giardino, che abbiamo invece salvato e restaurato interamente a nostra cura e spese, grazie a convenzioni con l?orto Botanico e la Facoltà di Agraria di Palermo.

Ho deciso a questo punto di prendere in mano la situazione con un'azione clamorosa contro l'inerzia della burocrazia e l'ostruzionismo delle comproprietarie: dormo qui, nonostante l'umido, il degrado e i rischi, finchè la Sovrintendenza non farà, insieme ai tecnici di parte, il rilievo urgente del piano nobile e della situazione statica dei sottotetti, e finchè non darà il nulla osta definitivo al nostro progetto di restauro del corpo centrale, redatto dal professore Antonio Giuffrè (Ortigia, Noto, PPE di Palermo) nel lontano 1996.

Inoltre voglio ottenere l'avvio concreto di tutte le opere necessarie a garantire che l'intero complesso monumentale non sia condannato alla distruzione.

Sono pronto a morire qui, se fosse necessario, convinto che solo un'iniziativa simbolica e non violenta come questa -di cui mi assumo la responsabilità- può far crollare il muro del malaffare burocratico e delle incrostazioni malavitose.

Infatti le cronache dei processi e le sentenze penali, accessibili persino su Internet, e di cui ho preso conoscenza attraverso la denuncia del senatore Pollice al Ministro Bondi e alla Procura della repubblica, hanno dimostrato che, mentre la volontà dei legittimi proprietari di tutelare e recuperare a proprie spese un bene prezioso per tutta la collettività continua a essere ostacolata, so consentiva a esponenti di primo piano della malavita organizzata di costruire nel parco vincolato e di programmare efferate azioni criminali all'interno degli edifici abusivi.

Mia figlia Vittoria continua a ricevere intimidazioni di ogni tipo: cani avvelenati o strangolati, galline decapitate, persino le api invitate a malo modo a "sloggiare".
Spero che il mio gesto scuota l'opinione pubblica, affinchè che ha la responsabilità effettiva del degrado, in alcuni casi irreversibile, ne risponda nelle dovute sedi.
Lancio un appello affinchè la società civile sia a mio fianco, a sostegno della determinazione della famiglia Alliata a restaurare e rendere fruibile il monumento.

Francesco Alliata di Villafranca Valguarnera

Un angolo del salone principale del piano nobile

Un particolare di un affresco del soffitto del salone attribuito all'Interguglielmi


Intervista a Francesco Alliata Valguarnera di bagherianews