Sono bastati i 15’ di consiglio comunale di Santa Flavia di mercoledì scorso, per fare intendere il grumo di astio e di rancori, il groviglio di conflitti e polemiche, e lo scontro di opinioni e di interessi che si sono venuti a determinare nel consiglio e nell’amministrazione di questa cittadina.
C’è da restare senza parole di fronte ad un consiglio in cui ormai lo scontro politico rischia di scivolare continuamente nella rissa.
Come e perché si è arrivati a tanto a due anni dalla elezione di Antonio Napoli ?
I motivi, secondo noi, sono sostanzialmente tre.
Il primo va ricercato nella polemica vecchia e mai sopita, riaccesasi negli ultimi anni sulla presunta “colonizzazione” di Santa Flavia e del suo territorio da parte dei “baarioti”.
Accusa, se tale vogliamo definirla, sostanzialmente vera, in parte per motivi oggettivi, alcuni vecchi altri più recenti.
La contiguità dei due comuni, la presenza di migliaia di piccoli o grandi proprietari bagheresi nelle contrade del comune soluntino, l’intreccio di relazioni familiari e sociali sempre più numerose, la presenza nel territorio di Santa Flavia, di frazioni, Bellacera per esempio, dove oggi abitano migliaia di persone bagheresi, che di fatto eleggono loro rappresentanti politici, la presenza di ditte legate soprattutto all’edilizia , che da anni operano nel territorio flavese.
Più di recente l’accusa ha trovato nuova linfa nel fatto che il presidente del consiglio, Santino Lo Buglio, e il capo dell’Ufficio Tecnico, Giovanni Mineo, siano bagheresi.
C’è poi il “peccato originale” di questa amministrazione, che a causa di una serie di contestazioni sulla regolarità del voto al vaglio ancora della magistratura, non è stata riconosciuta e legittimata da una parte del consiglio, che continua a considerarla usurpatrice.
Ci sono infine, o forse per primi, gli interessi, che sono poi al di la delle chiacchiere e dei pregiudizi, le cose che contano veramente.
Il territorio di Santa Flavia, è ancora uno dei più appetibili nella zona: quindi lo sciamare di una serie di imprenditori bagheresi, che investono nella zona e soprattutto nell’edilizia.
Ed arriviamo al Piano Regolatore e ai piani di lottizzazione, che sono le cose vere e concrete sulle quali si compongono e si sfasciano le maggioranze.
E quindi minacce, lettere anonime con accuse infamanti, proiettili in busta, episodi inquietanti o inspiegabili.
Un clima insomma avvelenato, e come dicevamo all’inizio, di rancori ormai sedimentati che si riversano puntualmente in ogni seduta dl consiglio, in cui non c’è più neanche l’ombra del confronto politico.
C’è ogni volta un braccio di ferro: da una parte accuse e provocazioni verbali, che rischiano sempre di tracimare, dall’altra una inadeguatezza, anche dialettica, della maggioranza che sostiene il sindaco Napoli, che di fronte all’irruenza degli oppositori, in specie i consiglieri Restivo e Liga (e quest’ultimo con toni sempre molto accesi), non riesce ad opporre alcuna linea di resistenza e contrasto.
Spiace vedere il presidente, sprofondato in una sedia che lo rende praticamente invisibile (si ricordi caro Lo Buglio, che anche l’altezza del pulpito fa autorevole il predicatore, Berlusconi docet!), ridursi, suo malgrado, come un pugile suonato. Forse un po’ più di nerbo nel richiamo alle regole non guasterebbe.
Dicevamo degli interessi sul territorio, che puntualmente fanno capolino, come elementi di accusa o di velati ricatti.
Nella fattispecie nel consiglio di mercoledì scorso, perché il consigliere Restivo appena ha avuto la parola, chiedeva di sapere perché il piano di lottizzazione Argento non fosse stato portato in consiglio, anche se già corredato di pareri e avendo concluso un paio di sedute fa l’iter consiliare, e perché una lettera del costruttore Spanò al sindaco e al dirigente dell’Ufficio Tecnico, in cui questi ultimi vengono senza mezzi termini accusati di stare realizzando una palese ingiustizia ai suoi danni (circa il mancato avvio dell' iter autorizzativo di un piano di lottizzazione), non fosse stata letta e comunicata ai consiglieri all’inizio di seduta.
Una interlocuzione del sindaco che dal posto, in risposta a Restivo, diceva che aveva trasmesso per competenza ai carabinieri questa lettera, dava il via ad un attacco durissimo e offensivo, e largamente al disopra delle righe, del consigliere Liga ad Antonio Napoli.
A quel punto, e siamo convinti, in questo caso, per il “bene comune”, come amano dire i nostri politici la seduta è stata prima sospesa e poi alla ripresa, chiusa definitivamente da Lo Buglio, che ha anche aggiunto che la considerava annullata.
Restando in attesa del secondo tempo, non possiamo non constatare che non sono messi molto meglio, per altri aspetti, Bagheria e Casteldaccia.
Noi abbiamo sempre sostenuto, ed ancora lo pensiamo, che la peggiore delle amministrazioni eletta dal popolo, sia comunque da preferire ad una gestione commissariale.
Ma questa nostra convinzione, di fronte a quanto sta avvenendo negli ultimi tempi nei comuni dell’ex Baronìa di Solanto, comincia a vacillare.