La stagione estiva dei giochi pirotecnici nei boschi siciliani è iniziata in anticipo e alla grande.
Domenica pomeriggio, 21 giugno, sono stati incendiati un pò di ettari dentro e fuori la zona archeologica di Solunto. Giorni fa avevo fatto una facile previsione e mi ero dichiarato
pronto a offrire una pizza a chi avesse indovinato il giorno dell'inaugurazione delle feste estive dei giochi di fuoco. Vi confesso che io non avrei vinto la pizza perché pensavo a una data un pò più in avanti. Comunque, se qualcuno ha indovinato sono pronto a onorare l'impegno. La scelta della pizzeria spetta al vincitore della scommessa.
Pongo adesso ai lettori di BagheriaNews due nuovi quesiti la cui risposta esatta merita qualcosa di più di una pizza.
Primo quesito. Un amico buon conoscitore di boschi mi informa che i grandi incendi nei boschi siciliani hanno inizio solitamente alle ore 16,15, alias quattro e un quarto del pomeriggio.
Perché? Il mio amico mi ha dato la sua spiegazione. Non ve la riferisco, preferisco che siate voi a trovarla.
Secondo quesito. Secondo voi quest'anno Monte Catalfano sarà risparmiato? Se sì perché, se no perché.
Non ci giro ancora attorno e afferro per le corna il problema. I due quesiti hanno un senso se tutti, e sottolineo a scanso di equivoci la parola tutti, gli incendi nei nostri boschi sono di origine dolosa.
L'autocombustione è una barzelletta che fa amaramente ridere perché costringe a stare nel paradosso in barba alle leggi della fisica e della chimica.
I motivi che spingono ad appiccare il fuoco nei boschi possono essere tanti. Sono arrivato alla amara conclusione che, allo stato disastroso in cui ci troviamo, non ha più alcuna importanza interrogarsi sulle ragioni per cui si incendiano i boschi. Non ne verremmo mai a capo.
Considero importante un'altra questione. Perché chi è pagato anche per prevenire, con un'adeguata organizzazione tecnica del personale, gli incendi nei boschi mostra platealmente la propria incapacità? Abbiamo un corpo di forestali mastodontico: il doppio o il triplo di quello della forestale del Trentino che ha una superficie boschiva tre o quattro volte più estesa di quella siciliana. E però nel Trentino gli incendi o non esistono o sono rari. Perché il gran numero di forestali coesiste, in Sicilia, con molti e frequenti incendi e un piccolo numero di forestali si accompagna, nel Trentino, con l'assenza di incendi? Bella domanda, si dice in questi casi.
“Forestale” è un termine astratto che comprende lavoratori competenti e onesti e lavoratori incompetenti e non onesti. Come da tutti i termini astratti, è meglio starne alla larga.
Vado al concreto e faccio una proposta elementare. Il corpo dei forestali si organizzi in squadre con competenze territoriali dai confini ben delimitati. Per essere molto chiari: la squadra A - i cui componenti si chiamano Tizio, Sempronio e Caio e il cui capo si chiama Vattalapesca - sia responsabile, ventiquattro ore su ventiquattro, di 10/20 ettari di bosco dai confini chiaramente delimitati. E così per le squadre A, B, eccetera. Ciascuna squadra abbia incentivi o disincentivi salariali proporzionali al numero di incendi nel territorio di propria competenza: 0 incendi = premio massimo; 1 incendio = diminuzione x del salario e così via di seguito.
Di ciascuna squadra siano resi pubblici territorio di competenza e nomi di chi ne fa parte. Chiunque potrebbe, in questo modo, individuare chi ha collaborato passivimanete, per insipienza, con gli incendiari e chi, invece, ha saputo organizzarsi per prevenire gli incendi.
La proposta naturalmente dovrebbe essere meglio precisata. L'idea che la ispira è che, se non impariamo a praticare, anzitutto sulla nostra pelle, il principio della responsabilità trasparente, da questa crisi, morale prima che politica, non usciremo mai.
Ripropongo il primo quesito: perché i grandi incendi boschivi iniziano alle ore 16,15 e l'allarme di conseguenza viene lanciato alle autorità competenti non prima delle 17,00/17,30?
La risposta è nascosta in quello che avete finora letto e, come dicevo all'inizio, meriterebbe più di una pizza e una birra.