Corso Umberto, ovvero come sarebbe bello avere un sindaco

Corso Umberto, ovvero come sarebbe bello avere un sindaco

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I have a dream. Sì, anche a un bagherese passeggiando per il corso Umberto può capitare di avere un sogno. Un sogno piccolo piccolo rispetto a quello che Martin Luther King il 28 agosto del 1963 ha sognato ad occhi aperti nel discorso pronunciato al Lincoln Memorial di Washington.

Sogno comunque pur sempre grande se commisurato alla quotidianità di una piccola comunità quale è Bagheria.
Ho il sogno di vivere, in un futuro non troppo lontano, in un paese governato da un sindaco. Avete capito bene, Bagheria non ha un sindaco. Se almeno la parola sindaco individua una persona che abbia un progetto per la propria città, lo sappia spiegare ai suoi concittadini mostrando degli obiettivi e le strade da percorrere per raggiungerli.
Se un sindaco è questo temo che Bagheria abbia avuto pochissimi sindaci e l’attuale è l’ultimo, in ordine cronologico, della lunga lista di sindaci-non-sindaci. Mi dispiace doverlo dire perché l’attuale sindaco-non-sindaco io l’ho votato. Ma la verità è la verità. A onor del vero non è la prima volta che mi capita di essere deluso dalle performances di sindaci eletti anche col mio voto.

Tralascio in questo articolo l’immondizia periodicamente ammonticchiata per le strade e mi soffermo sul dibattito che sta coinvolgendo tutti i bagheresi sul destino pedonale o automobilistico del corso Umberto. Qualcuno ha capito quale è l’opinione del sindaco-non-sindaco in proposito? Se l’ha capito, per favore ce lo dica.

I commercianti del corso pare che siano schierati in maggioranza a difesa della presenza delle macchine, alcuni bagheresi di buona volontà stanno raccogliendo firme a sostegno della proposta di lasciare il corso Umberto solo e soltanto ai pedoni, Angelo Gargano ha fatto una proposta intermedia destinata a scontentare i due schieramenti, tutti ne parliamo, tutti difendiamo la nostra opinione. E il sindaco-non-sindaco? Silenzio oppure, non so se è meglio o peggio, pensamenti contraddittori.
Eppure questa sarebbe una grande occasione per mostrare di essere sindaco. Faccio alcuni esempi.

Mi è capitato di parlare della questione con Pippo Bonura, l’edicolante di corso Umberto. È ferocemente contro la pedonalizzazione. Gli spiego che per lui il corso senza macchine sarebbe una fonte di guadagni: potrebbe ad esempio organizzare la domenica mattina o anche nei pomeriggi dei giorni non festivi dei dibattiti all’aperto su libri o quant’altro e, con la collaborazione del bar che si trova nel marciapiede opposto, trasformare un pezzo del corso in un salotto letterario all’aria aperta. Sono sicuro che venderebbe più libri e giornali e il bar vedrebbe aumentare i suoi clienti. Risposta di Bonura: sì, ma questo me lo deve dire il sindaco e mi deve garantire che si possa fare. Sono entrato in crisi: effettivamente ci vorrebbe un sindaco.

Le cose che si potrebbero fare in un corso interamente pedonalizzato sono tante e tutte con potenziali ricadute economiche positive ma per farle ci vuole un sindaco che si faccia carico di cercarle, suggerirle, incentivarle. Un sindaco soprattutto che discuta in positivo e autorevolmente coi numerosi commercianti del corso sapendo farsi carico dei loro problemi e delle loro preoccupazioni.

Altro esempio. Tre distributori di benzina di fronte all’ingresso di una villa importante cone Villa Palagonia potevano autorizzarli solo amministratori o del tutto incapaci o, più colpevolmente, privi di amore per la propria città. E però, nel caso volesse risanare questa grave ferita urbanistica, un’amministrazione comunale non può non farsi carico, anche economicamente, del loro spostamento in altri luoghi. Ma anche in questo caso ci vorrebbe un sindaco.

E ancora. Bisognerebbe scoraggiare l’uso dell’automobile con iniziative di vario tipo: (1) un autobus elettrico che, gratuitamente e per tutto il giorno, percorra Via Diego D’Amico, Via Papa Giovanni, Via Consolare, Corso Butera, Corso Umberto; (2) individuare e attrezzare percorsi ciclabili; (3) con incentivi vari dissuadere chi lavora nelle banche, negli esercizi commerciali, negli uffici comunali dei due corsi ad usare la macchina; (4) affidare a un urbanista di valore lo studio sull’allocazione di parcheggi; e altro ancora.

Last but not least
. Con l’aiuto di esperti veri, i cui titoli non siano le appartenenze ad aree politiche, un sindaco che sia sindaco dovrebbe ripensare radicalmente l’architettura del traffico urbano della parte alta del paese: non è giusto scaricare la qualità di vita del salotto pedonale di corso Umberto sulla salute e sul sistema nervoso degli abitanti delle vie parallele.
Come sarebbe bello avere un sindaco. I have a dream. Il sogno di Martin Luther King ha dovuto attendere quarantacinque anni perché si trasformasse in realtà. Noi quanto tempo dobbiamo aspettare?