Cos'è il disturbo ossessivo-compulsivo - di Francesco Greco

Cos'è il disturbo ossessivo-compulsivo - di Francesco Greco

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Il disturbo ossessivo compulsivo fa parte dei disturbi d'ansia, secondo la classificazione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, ed è caratterizzato fondamentalmente dalla presenza di ossessioni e compulsioni ricorrenti.

Cosa si intende per ossessioni? Le ossessioni sono idee o più comunemente pensieri interpretati dal soggetto come intrusivi, a volte inappropriati. Le ossessioni creano un marcato livello di ansia a causa della loro natura "estranea" vissuta dall'individuo rispetto ai contenuti.

Tipicamente le ossessioni riguardano alcuni contenuti particolari come pensieri ripetitivi di contaminazione, dubbi, ossessioni per l'ordine, fantasie sessuali.

Le compulsioni sono, in un certo senso, l'altra faccia della medaglia e strettamente legate alle ossessioni. Attraverso le compulsioni infatti l'individuo prova a sopprimere o ignorare i pensieri ossessivi.

Non è detto che le compulsioni debbano essere necessariamente azioni, possono anche essere rappresentate da pensieri (azioni mentali) che hanno il compito di neutralizzare le stesse ossessioni. Il paziente, in questi casi, si sente obbligato a mettere in atto tali azioni in risposta ad un’ossessione. Ricorrente è il contare, ripetere parole mentalmente, ecc.

Tipici comportamenti ripetitivi compulsivi sono lavarsi le mani, controllare, riordinare.

Le compulsioni hanno pertanto l’obiettivo, per il paziente, di ridurre in un certo modo, il disagio provocato dalle ossessioni, ma sono in realtà funzionali al disturbo.

Affinché il disturbo possa essere diagnosticato è necessario che le compulsioni o le ossessioni causino un evidente disagio nella vita dell’individuo tanto da far consumare più di un ora al giorno.

Risulta del tutto evidente che il disturbo interferisce significativamente nella vita di chi ne è affetto, alterando negativamente la qualità di vita e gli aspetti lavorativi, affettivi e relazionali.


Dott. Francesco Greco
Tel. 392 2965686
http://www.consulenzapsicologicaonline.blogspot.it
studiofgreco@gmail.com

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Il Dott. Francesco Greco, Psicologo e Psicoterapeuta, è specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Svolge attività clinica per i disturbi d'ansia, depressione, disturbi dell’alimentazione, abuso di sostanze, internet addiction, disturbi dello sviluppo, consulenza di coppia e familiare a Bagheria (Pa).
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Il disturbo ossessivo compulsivo fa parte dei disturbi d'ansia, secondo la classificazione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, ed è caratterizzato fondamentalmente dalla presenza di ossessioni e compulsioni ricorrenti.

Cosa si intende per ossessioni? Le ossessioni sono idee o più comunemente pensieri interpretati dal soggetto come intrusivi, a volte inappropriati. Le ossessioni creano un marcato livello di ansia a causa della loro natura "estranea" vissuta dall'individuo rispetto ai contenuti.

Tipicamente le ossessioni riguardano alcuni contenuti particolari come pensieri ripetitivi di contaminazione, dubbi, ossessioni per l'ordine, fantasie sessuali.

Le compulsioni sono, in un certo senso, l'altra faccia della medaglia e strettamente legate alle ossessioni. Attraverso le compulsioni infatti l'individuo prova a sopprimere o ignorare i pensieri ossessivi.

Non è detto che le compulsioni debbano essere necessariamente azioni, possono anche essere rappresentate da pensieri (azioni mentali) che hanno il compito di neutralizzare le stesse ossessioni. Il paziente, in questi casi, si sente obbligato a mettere in atto tali azioni in risposta ad un’ossessione. Ricorrente è il contare, ripetere parole mentalmente, ecc.

Tipici comportamenti ripetitivi compulsivi sono lavarsi le mani, controllare, riordinare.

Le compulsioni hanno pertanto l’obiettivo, per il paziente, di ridurre in un certo modo, il disagio provocato dalle ossessioni, ma sono in realtà funzionali al disturbo.

Affinché il disturbo possa essere diagnosticato è necessario che le compulsioni o le ossessioni causino un evidente disagio nella vita dell’individuo tanto da far consumare più di un ora al giorno.

Risulta del tutto evidente che il disturbo interferisce significativamente nella vita di chi ne è affetto, alterando negativamente la qualità di vita e gli aspetti lavorativi, affettivi e relazionali.


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