Depuratore a Porticello: mettiamo da parte demagogia e promesse elettorali-di Salvino Roccapalumba

Depuratore a Porticello: mettiamo da parte demagogia e promesse elettorali-di Salvino Roccapalumba

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Fallito il tentativo di convocazione di un Consiglio Comunale aperto alla Cittadinanza flavese per la mancata surroga del Presidente dimessosi ornai da qualche giorno.

L’Amministrazione comunale di Santa Flavia ha ritenuto comunque, di dover sentire la cittadinanza che ne aveva fatto richiesta trasformando l’adunanza in una assemblea popolare.
Riprendiamo la notizia , anche se con qualche ritardo per l’importanza dell’argomento all’ordine del giorno: il depuratore.

L’assemblea ha visto la partecipazione del Sindaco, Salvatore Sanfilippo, di parte della sua giunta, di alcuni tecnici del Dipartimento regionale competente per materia, di uno sparuto manipolo di consiglieri della maggioppposizione e di quella parte della collettività che proprio non ci sta al completamento del depuratore.

Sarebbe troppo lungo parlare di tutta la storia del depuratore di S.Flavia ma almeno sapere che tutto comincia nel 1986 con una faida tra chi intendeva espropriare terreni per pubblica utilità e chi si opponeva a tali espropriazioni bisogna dirlo. Il risultato è che a tutt’oggi il comune è privo di un depuratore e che gli stralci funzionali dell’appalto concorso che nel frattempo sono stati realizzati, risultano ammalorati dal tempo e dall’incuria in modo tale da dover prevedere nuovi e maggiori oneri per l’Amministrazione.

L’appalto concorso prevedeva tre stralci: il primo che a monte, incuneato nella cava di pietra che fu al tempo prelevata per la costruzione del porto, - in prossimità della via Falcone, dove doveva nascere il cuore dell’impianto di depurazione; il secondo, più a valle, a ridosso della via Roma in area privata, dove sarebbe stata allocata una stazione di grigliaggio dei reflui e di pompaggio verso il depuratore ed il terzo  a mare con la costruzione di un pennello che, allontanandosi dalla costa per c.a 800 metri, avrebbe restituito al mare acqua depurata. Costruito il primo e terzo stralcio, rimane da realizzare il secondo che si è impantanato per troppi anni in beghe giudiziarie e carenza di fondi.

In tutti questi anni pare che al depuratore stia accadendo quello che è accaduto al vecchio cimitero. A Porticello esisteva un cimitero laddove oggi trova collocazione la scuola media. Al tempo, come edilizia cimiteriale vuole, il cimitero si trovava fuori dal centro abitato. Le esigenze abitative della popolazione hanno fatto si che, come per incanto, il cimitero si trovasse in pieno centro abitato. Ovviamente lui – il cimitero- non si era mosso ma le case lo avevano circondato. A quel punto i morti furono costretti a traslocare altrove e oggi riposano in pace – non è dato di sapere per quanto tempo ancora – in prossimità della frazione di Solanto.

Al depuratore pare che stia accadendo la stessa cosa, mentre si attendevano i finanziamenti e si risolvevano le liti, i cittadini di S.Flavia, più o meno con la colpevole disattenzione del comune, hanno costruito in prossimità del depuratore ed ora, rappresentati e coordinati dal Movimento Cinque Stelle, chiedono la convocazione del Consiglio per ottenere uno spostamento ( non si dice dove e con quali tempi e denari) del depuratore divenuto scomodo.

Io ho partecipato a quell’assemblea di popolo e ho pure detto la mia difendendo la posizione di un Sindaco - che non condivido e che non ho votato- , che vuole a tutti i costi completare l’opera ma qualche osservazione in più credo di doverla esprimere per evitare che passi l’idea che a S.Flavia siamo diventati tutti pazzi.

Abbiamo una costa tremendamente inquinata dai reflui non depurati, qualunque attività turistico ricettiva legata alla fruizione del mare compromessa, un porto all’interno del quale la quantità di liquami supera quella dell’acqua, un olezzo che ha trasformato il luogo della passeggiata in una sofferenza per l’olfatto, il rischio concreto di una procedura d’infrazione, la certezza di incorrere in un danno erariale insopportabile per le magre finanze del comune e ancora perdiamo tempo a discutere del sesso degli angeli.

Quello che sconvolge di più è che il Sindaco e qualche consigliere, che ormai non si sa se sta in maggioranza o all’opposizione, si rivolgono a quei pochi cittadini che oggi si ritrovano a subire i problemi di un depuratore troppo vicino alle loro case con quella costernazione che ti fa abbassare gli occhi per chiedere quasi scusa di aver scelto la via della costruzione di un depuratore.

Poverini c’è da capirli, perché il consenso elettorale lo debbono proprio all’impegno assunto in campagna elettorale: “se ci date il voto noi sposteremo il depuratore!”. Promesse da marinaio che ora crollano per via delle famose gambe corte. Il bello è che non si vergognano neanche di dirlo in pubblica assemblea.
Ma mi chiedo: se si difendesse la posizione di quei cittadini che non vogliono il depuratore chi difenderebbe quella dell’intera collettività che invece aspetta il depuratore da otre venticinque anni?

Che tristezza vedere la politica che si avvita su se stessa fino al punto da rimanere schiacciata dalle sue stesse logiche del consenso a tutti i costi, piuttosto che dei risultati!!!
A quei cittadini che si sentono offesi e ingiustamente puniti dalla presenza di un depuratore vorrei solo dire che piuttosto che prendersela con questo Sindaco che – poverino – ha solo la colpa di aver esagerato in promesse elettorali, sarebbe opportuno prendersela con le Amministrazioni che dal 1998 in poi hanno consentito di costruire non tenendo conto del rispetto delle distanze da un depuratore che preesisteva – come il cimitero – alle costruzioni medesime.

I cittadini avranno pure la colpa di averle chieste ma la responsabilità di chi ha dato le concessioni mi pare che sia oggettivamente rilevabile. Per fortuna esiste ancora la buona abitudine di apporre la data sugli atti pubblici. La storia è fatta di date la politica anche, ricordare è un obbligo morale in questi casi.

Salvino Roccapalumba, già sindaco di Santa Flavia

nella foto di copertina l'area di via Falcone su cui dovrebbe sorgere il depuratore