Gli imprenditori di Bagheria e del territorio cominciano a ribellarsi agli esattori del pizzo

Gli imprenditori di Bagheria e del territorio cominciano a ribellarsi agli esattori del pizzo

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E' un quadro parzialmente nuovo quello che emerge dalle carte dell'operazione Reset: complice anche la crisi che morde, commercianti e imprenditori, cominciano ad alzare la testa, ad opporsi alle richieste estorsive ed a collaborare con forze dell'ordine e magistrati denunciando i loro aguzzini.

E' vero anche che dai pizzini e dalle carte viene fuori uno realtà drammatica perchè sono decine le aziende e gli esercizi commerciali che subiscono il ricatto del pizzo:  quelli riscontrati sono oltre una quarantina e ventidue di questi hanno collaborato con gli inquirenti.

I “pizzini” che raccontano la mappa del pizzo nel nostro territorio sono stati recuperati dai carabinieri di Bagheria in un casolare di Altavilla. I militari hanno fotografato quei documenti per poi rimetterli a posto. I nomi degli imprenditori citati in quei pizzini coincidono largamente con le intercettazioni dei ras del pizzo. È la prova che quei pizzini descrivono una situazione reale.

 Nei pizzini sono riportati gli indirizzi degli esercizi commerciali, le targhe delle auto degli imprenditori e segnalano la eventuale presenza  di telecamere.

Per chi non paga i metodi sono quelli di sempre 'un bidone di almeno venti litri di benzina, lo versi tutto e succede un Viva Maria', oppure 'una bella testa di capretto dove conficcare due proiettili, un bigliettino e gliela appendiamo al cancello, così capisce...'.

Ma i carabinieri avevano già  fatto Bingo:  nei due pizzini ritrovati nel casolare di Altavilla vengono  riportate con scrittura a mano  alcune delle aziende  taglieggiate dal racket delle estorsioni: Agata pesca srl di Santa Flavia, la Tirrenofish srl, Porticello fish, la Prontomar,  Alfredo pescheria, la Flaviacart, La Mantia gomme,“Bacio Bar”, “Macelleria Di Quarto Punta Vuglia”, “Cirullé Market, Eurocostruzioni spa, To.da Caffè Srl, Prontomar srl. 

Ed è Sergio Flamia che si adira quando apprende della rapina al Bacio Bar, azienda che sottostà al pizzo e che quindi ha diritto ad essere protetta; il mafioso sospetta che quel colpo sia opera di un suo gregario:
“...Quel gran cornuto 'si è fatto' il Bacio!”, precisando che era stato riconosciuto e che doveva portargli parte del provento: “Lui... lo hanno conosciuto... i soldi deve portare... lui e l’altro cosa inutile…”.

Ma il nuovo spirito di cui dicevamo in premessa  viene fuori un pò da tutte le dichiarazioni partire da quelle del col. Pierangelo Iannotti, comandante provinciale dei CC,  che dice. "Vogliamo lanciare un segnale di fiducia a tutti quegli imprenditori, professionisti e commercianti e, più in generale, a quanti sono ancora vittime di un’asfissiante pressione estorsiva. Vuole essere un invito a ricominciare da zero, ad avere fiducia nelle istituzioni, a scegliere la via della legalità, l’unica in grado di assicurare sviluppo".

Ma anche il maggiore Claudio Montesi, comandante della Compagnia di Bagheria, che con i suoi collaboratori ha riportato eccellenti risultati lavorando in particolare su cosa nostra di Altavilla Milicia, sottolinea che c'è un significativo cambiamento nell'atteggiamento delle imprenditori: "Sono in tanti adesso a raccontarci di essere stati taglieggiati anche da anni e anni; per noi è un segnale incoraggiante che ci spinge a pensare che stiamo lavorando nella direzione giusta, sviluppando anche gli spunti di indagini delle precedenti operazioni, Argo soprattutto. Certo non possiamo dormire sugli allori e continueremo a vigilare'.

Ed anche la dichiarazione del procuratore generale Francesco Messineo è sulla stessa lunghezza d'onda:“La mafia non è morta, ma è in gravi difficoltà e a Bagheria ritengo sia quasi estinta».  Messineo mette l'accento sul coraggio di quei 20 imprenditori che hanno denunciato i propri estorsori. "Sono un segnale molto positivo, di un cambiamento anche nella coscienza civile; sarà lo Stato a vincere".