Attualità

Sulla vicenda si sono versati fiumi d'inchiostro e si sono appuntati gli strali polemici di sindacalisti, politici, opinionisti e comuni cittadini. Il nodo gordiano che entro pochi giorni il parere di un giuslavorista trancerà di netto ed in maniera definitiva, è sostanzialmente elementare: può un dipendente transitato da una Opera Pia, l'istituto S.Lucia, ad un Ente pubblico firmare  il  parere sulla propria stessa mobilità ? ed ancora può un dirigente che ha ricoperto ( e continua a ricoprire)  un incarico da dirigente senza avere, al momento in cui l'incarico gli venne conferito, il corrispondente titolo di studio, restare al proprio posto ?

La risposta sarebbe ovvia per chiunque ed è no. 

A Bagheria, amena cittadina che sorge a 13 chilometri dal capoluogo, invece si può, o meglio si è potuto, per oltre dieci lunghi anni.

Il regalo di Natale la non ancora dottoressa Guttuso lo ricevette in effetti tanto tempo fa, alla vigilia appunto del Natale del 1998 allorchè il consiglio dell'Opera Pia Istituto S.Lucia, deliberò l'Inquadramento della signora Guttuso nella qualifica dirigenziale in barba alla legge che prevede la laurea ed un concorso di evidenza pubblica. Nel 2003 il commissario dell'Opera Pia dott. Giuseppe Oliva autorizza il trasferimento per mobilità della Guttuso al comune di Bagheria, dove è la stessa Vincenza Guttuso diventata nel frattempo dottoressa, avendo conseguito la laurea nel novenbre del 2001, a firmare in qualità di segretario la delibera commissariale.

Controlli superficiali, o addirittura omissio in vigilandum, da parte di chi doveva verificare i titoli, coperture influenti di chi avrebbe dovuto assumere decisioni sanzionatorie, il classico insabbiamento nei meandri di leggi, norme, pandette e pareri pro-veritate, hanno reso possibile che per oltre dieci anni, la dr.ssa Vincenza Guttuso in atto dirigente del I° Settore Finanze e tributi del comune di Bagheria, un ruolo delicato e strategico, restasse al proprio posto, con le mansioni, gli emolumenti e le premialità previste per il ruolo che indebitamente occupava, secondo l'opinione di molti.

Adesso i nodi sono venuti al pettine, e tra qualche giorno si conoscerà l'epilogo della storia, anche se si intuisce quale questo potrà essere. 

Ma la delibera approvata dalla giunta di Patrizio Cinque, di cui diremo in chiusura, ha una serie di atti precedenti avviati, è giusto dirlo, dall'assessore Mimmo Mastrolembo, e sui quali la dr.ssa Guttuso è stata sempre e puntualmente informata.

Ma l'atto più significativo che riassume l'intera vicenda sta in una nota inviata l' 11 novembre 2014,  a firma del sindaco Patrizio Cinque e del  segretario generale Eugenio Alessi a ben due Assessorati regionali, quello alla Famiglia, alle Politiche sociali ed al Lavoro, ed a quello delle Autonomie locali.

Nella nota si ripercorrono in maniera puntigliosa tutti i passaggi che riguardano il curriculum della dr.ssa Guttuso, per arrivare alla conclusione che la  delibera commissariale che autorizza la mobilità "sia viziata di nullità assoluta in quanto la stessa delibera è adottata dall'interessata all'atto".

Non solo.

Altra invalidità insanabile viene riscontrata dal documento nel conseguimento della laurea in data successiva al regalo di Natale del 1998, in cui veniva nominata dirigente, e nella nota del sindaco e del segretario generale si specifica: "Trattasi di invalidità non sanabile in quanto la sig. ra Guttuso:

a) era stata già inquadrata al 6° e poii al 7° e poi all'8° q.f., senza concorso e senza selezioni pubbliche, ma solo previa trasformazione  del posto nelle predette q.f. 

b) era stata inquadrata dirigente senza concorso e senza selezioni pubbliche, previa trasformazione del posto nella predetta qiualifica dirigenziale

c) era stata inquadrata dirigente senza essere in possesso della laurea.

A questa nota così precisa e circostanziata gli Assessorati interpellati rispondevano  rimandando la palla al comune e lavandosene sostanzialmente le mani  invitando il comune ad adottare i provvedimenti conseguenti.

A questo punto la giunta di Patrizio Cinque due giorni fa, affida ad un giuslavorista, docente presso l'Università di Palermo, il prof. Massimiliano Marinelli, un incarico (che sarà pagato con i risparmi conseguiti con il taglio del 30% delle indennità di sindaco, assessori e consiglieri), e nel giro di qualche giorno adotterà i provvedimenti che il legale consiglierà.

Ma pare che la strada che l'amministrazione sarà costretta ad imboccare sarebbe solo una: quella del licenziamento. Nel frattempo sino al 29 di questo mese la dr.ssa Vincenza Guttuso sarà in ferie.

Angelo Gargano

nella foto d'archivio la dr.ssa Vincenza Guttuso tra l'ing. Giovanni Mercadante e l'ex segretario generale Mimma Ficano

 

Le prime telecamere montate dalla ditta che sta eseguendo i lavori per il montaggio del sistema di video sorveglianza hanno fatto la loro comparsa in rete su foto postate dagli utenti del web: ad Aspra, davanti la scuola Puglisi, in zona Caravella le prime, ma nei prossimi giorni le altre si andranno ad aggiungere.

Alla fine saranno 62 gli occhi elettronici piazzatia Bagheria, ed arriva così finalmente a buon fine un finanziamento ottenuto grazie alla presentazione al Ministero degli Interni di un progetto per la sicurezza  presentato dall'allora assessore alle attività produttive Piero Miosi, al tempo in giunta con il sindaco Lo Meo.

Se ne parlava appunto da anni, sembrava che il finanziamento si stesse 'perdendo' ma è stato recuperato e tra qualche mese i risultati si vedranno.

Naturalmente  gli occhi  delle telecamere saranno puntate nelle zone dove possono maggiormente servire: gli edifici pubblici e le scuole innanzitutto, negli anni scorsi letteralemnte 'spogliate' di computer ed attrezzature informatiche, in alcuni snodi e incroci viari principali, in vicinanza della stazione ferroviaria, e lungo le vie principali. 

Tecnicamente sono strumenti all'avanguardia perchè consentiranno attraverso i loro occhi riprese a 360° in gradi di cogliere anche i dettagli. L'obiettivo è non solo di dare un maggior senso di sicurezza alla persone, ma soprattutto, funzionando da deterrente, prevenire la commissione di reati.

Dopo la sistemazione dell'intero impianto che durerà un paio di mesi si avvierà una fase altrettanto importante, a partire dalla formazione del personale che si dovrà occupare della gestione del sistema che sarà attivo 24 ore su 24 e della creazione di una piattaforma che possa consentire un accesso automatico anche alle forze dell'ordine in ordine alle indagini  per la rpevenzione e la repressione di reati predatori, di danneggiamenti o di reati di altra natura.

Si è visto che ormai anche le telecamere piazzate da soggetti privati si rivelano preziose per risalire ai responsabili di reati anche gravissimi. Un piccolo conforto per quelle attività commerciali che lamentavano una scarsa vigilanza notturna e un elemanto in più per la sicurezza dei cittadini.

in copertina foto tratta dal web

Il DDL sulla scuola e la protesta. Negli ultimi mesi il mondo della scuola italiana è in grande fermento. Il tema che lo agita è un Disegno di Legge (DDL), proposto dal Governo Renzi, attualmente in discussione al Senato, dopo esser stato esaminato dalla Camera. Questo DDL NON è una riforma della scuola (per attuarla sarebbe necessario un piano più organico e complesso) ma tocca punti molto importanti della più grande istituzione del paese (circa 1 milione di persone che vi lavorano e circa dieci milioni di alunni che godono del diritto all’istruzione).

Al di là delle buone intenzioni del Governo e di alcuni aspetti positivi (uno per tutti: gli interventi per rendere più sicure le nostre scuole), la proposta del Governo presenta aspetti preoccupanti, che ci hanno spinto a manifestare ripetutamente il nostro disaccordo. Il fatto che, per la prima volta nella storia di questo paese, ci sia stato uno sciopero con un’adesione di circa l’80 % dei lavoratori dovrebbe quantomeno far riflettere sia chi si occupa di scuola per mestiere (gente di scuola, politici, uomini di governo) sia chi crede che si tratti di una questione sociale e politica circoscritta a un “piccolo mondo chiuso fra quattro mura”.

Ripetiamolo, si tratta della più grande istituzione pubblica italiana, nessuna famiglia può dirsi estranea al mondo della scuola: dunque è un tema che – in un modo o nell’altro – riguarda tutta la nostra società, non solo il suo presente ma soprattutto il suo avvenire.

Cosa succede a Bagheria. Anche nelle scuole di Bagheria e dei comuni limitrofi sul DDL si sono succedute molte iniziative (assemblee, dibattiti), ad esse si sono accompagnate anche alcuni manifestazioni fuori dagli edifici scolastici. La più recente è l’incontro-dibattito sul DDL svoltosi lunedì 8 giugno; un incontro aperto a tutta la cittadinanza, promosso dal Liceo Scientifico “D’Alessandro” – in collaborazione con altre scuole cittadine – nell’Aula Consiliare del Comune di Bagheria. Probabilmente, iniziative del genere andranno rilanciate e moltiplicate proprio per consentire di farsi un’idea più chiara a un numero più ampio di persone – in primo luogo proprio alle famiglie dei nostri alunni e in generale ai non “addetti ai lavori”, che sull’argomento spesso sanno soltanto quel poco che filtra dalla stampa e dalla televisione, con molte distorsioni e falsità.

altPerché la protesta? Il DDL contiene molti punti che meriterebbero un esame attento. A dispetto delle semplificazioni mediatiche del nostro Presidente del Consiglio, le questioni rilevanti – gli insegnanti lo sanno molto bene – vogliono tempo e pazienza. In modo schematico, ecco alcuni dei punti più critici.

 

a) Il DDL prevede un piano di assunzioni che sulla carta sembra molto rilevante, 100 mila docenti (notiamo, per inciso, che di collaboratori scolastici e personale amministrativo questo Governo sembra si sia dimenticato del tutto). In realtà la necessità stabile di docenti nella scuola pubblica è praticamente del doppio (non sono solo cifre dei sindacati ma anche degli Uffici Scolastici Regionali).  100 mila assunzioni sono dunque sempre una buona misura, ma insufficiente. Se calcoliamo inoltre che quest’anno 90 mila docenti andranno in pensione, di fatto si creano solo 10 mila nuovi posti di lavoro.

Anche l’anno prossimo dunque molte scuole si troveranno a ricorrere ai precari, nonostante le nuove assunzioni. Insomma, c’è bisogno comunque di docenti per mandare avanti la baracca indipendente dall’approvazione del DDL ma il Governo ha pensato bene di legare a doppio filo assunzioni e approvazione del DDL: o si accettano tutte e due le cose o niente. Questo, in parole povere, è semplicemente un ricatto sulla pelle dei più deboli. Attenzione: i più deboli non sono solo i docenti precari, ma anche gli alunni che non avranno tutti i docenti necessari l’anno prossimo oppure li avranno in ritardo, ad anno scolastico abbondantemente iniziato.

b) Il DDL prevede per i Dirigenti Scolastici una serie di poteri di indirizzo e di “governo” maggiori che in passato (articoli 8, 9, 11, 13 etc.). Il punto è che le responsabilità non sono ben definite dalla legge e che non sono ben controbilanciate dai poteri degli organi collegiali, che avranno sempre più un ruolo consultivo e sempre meno un ruolo propositivo. La natura della funzione docente, che si svolge nella dimensione collegiale, viene radicalmente modificata. Il rischio, molto grave, è che un Dirigente si trovi a dover guidare una scuola secondo criteri che egli stesso ha stabilito – praticamente da solo – senza un adeguato controllo interno e con insegnanti che invece di collaborare si limitano a ubbidire.

Uno dei punti di forza della scuola è proprio la collaborazione e la collegialità, il DDL invece promuove e formalizza un sistema di competizione e di disugaglianze: i colleghi più bravi e quelli meno bravi, quelli organici al microsistema di potere (i dieci collaboratori del Direttorio della Presidenza) e quelli emarginati. Ma c’è un’altra considerazione da fare. Caricare in modo poco controllato di poteri e responsabilità i Dirigenti e creare questo sistema di relazioni basati sulla competizione e sul mors tua via mea significa aumentare la probabilità di conflitti legali, innanzitto con i docenti stessi, e rendere poco respirabile – per non dire velenosa – l’aria che si respira a scuola, la stessa aria respirata dai nostri stessi alunni, costretti a crescere in questo clima mefitico.

c) Il DDL prevede il cosiddetto “organico dell’autonomia” che di fatto elimina alla radice la titolarità della cattedra (la garanzia si sapere in quale istituto si è stabilmente titolari di un preciso insegnamento, finché almeno le condizioni lo permettano). Questo dispositivo fa sì che gli insegnanti possano svolgere attività didattiche per le quali non sono nemmeno abilitati. In altre parole, al Dirigente Scolastico viene data la possibilità di servirsi in modo molto flessibile degli insegnanti, anche se questi non hanno le competenze adeguate per svolgere il compito assegnatogli d’imperio. In molti casi ci troveremo di fronte a insegnanti costretti a “tappare i buchi” (supplenze, corsi avviati senza le necessarie risorse soltanto per rendere più allettante l’offerta formativa etc.), altrimenti rischierebbero di risultare fra i “meno buoni” e dunque di perdere la titolarità della cattedra e andare via: certamente il livello dell’insegnamento sarebbe più basso, mentre ci troveremmo di fronte a insegnanti disposti a fare qualsiasi cosa (anche quello che non sanno fare o non sanno fare bene) pur di evitare trasferimenti. Anche qui la QUALITÀ della didattica, e dunque dell’apprendimento dei nostri alunni, non sembra per niente essere al centro delle preoccupazioni del nostro Governo.

d) Il DDL prevede che gli insegnanti siano sottoposti a una valutazione (articoli 13 e 11). Il modello che ispira questo punto sembra essere quello di un’azienda nella quale gli operai bravi alla fine meritano un premio “produttività”. Va subito detto che negli ultimi anni sono già operanti sistemi di valutazione interni ed esterni alla scuola (autovalutazione di istituto, Invalsi, OCSE PISA etc.). Non è vero dunque che nella scuola italiana il lavoro degli insegnanti non venga valutato. Ma si tratta di sistemi di valutazione molto complessi che andrebbero certo migliorati e radicalmente rivisti, anche con la collaborazione degli stessi insegnanti.

Il DDL mostra invece un’idea di valutazione molto rozza e, se si guarda bene, anche realisticamente poco attuabile. Immaginiamolo all’opera questo comitato. Esso – presieduto dal Dirigente Scolastico e composto da due docenti e da una rappresentanza di genitori e (nel caso delle superiori) di alunni – dovrebbe essere in grado di esprimere una valutazione sull’operato di decine di docenti e in merito a discipline che vanno dalla matematica alla geografia, passando per l’educazione musicale e il diritto aziendale. Confessiamo che ci risulta difficile immaginare come, con quali competenze e sulla base di quali indicatori sarebbe possibile per un tale organismo esprimere un giudizio motivato e obiettivo sull’operato di decine di professionisti. Per noi docenti è già difficile dover esprimere un giudizio su un alunno che peraltro conosciamo e seguiamo per un anno intero! Saremmo ben contenti che il nostro lavoro venisse meglio valutato, ma esattamente con una cura simile (se non identica) a quella che mettiamo nel dare alla fine del quadrimestre o dell’anno un giudizio o un voto ai nostri alunni.

Il blocco degli scrutini. In questi giorni, inoltre, è in atto un’altra forma di protesta – il BLOCCO DEGLI SCRUTINI – con un altissimo coinvolgimento degli insegnanti, che alla data odierna fa registrare in Sicilia un’adesione altissima (fra pochi giorni avremo modo di fare due conti in merito)

Fra le scuole che aderiscono nella sola Bagheria ricordiamo il Circolo didattico Cirrincione, le scuole medie T. Aiello e C.Scianna, il Liceo Artistico, l’ITC Sturzo, il Liceo Scientifico D’Alessandro, il Liceo Classico Scaduto. Si tratta di una forma di protesta estremamente civile, che in ultima istanza non danneggia né gli studenti né le famiglie, allo scopo di dare un forte segnale di continuità e di perseveranza nell’impegno per una scuola e per una società migliore.

Gli insegnanti del Liceo Classico F.Scaduto di Bagheria


 


L’amministrazione comunale con un’ordinanza sindacale che verrà pubblicata nelle prossime ore, ha affidato, in urgenza e temporaneamente, il servizio di manutenzione degli impianti idrici in città.

La decisione si è resa necessaria perché AMAP, l’azienda municipalizzata palermitana che ha preso in carico il servizio dopo il fallimento APS, non riesce ancora a garantire la manutenzione.

Saranno due le ditte bagheresi, Orobello e Scardina, che eseguiranno le manutenzioni e le riparazioni relative agli impianti idrici.

Dobbiamo necessariamente procedere in urgenza per garantire l’acqua nelle case dei bagheresi, per evitare problemi alla pubblica sicurezza a causa di perdite e fuoriuscite di acqua lungo le strade” dice il sindaco Cinque – “se AMAP continuerà a non riuscire a prendere in carico la manutenzione del servizio idrico bagherese ci vedremo costretti a prendere in considerazione, a settembre, di non affidare la gestione all’azienda municipalizzata”.

E’ un nostro dovere di amministratori garantire a tutti i cittadini, che già hanno sopportato diversi disservizi, un bene prezioso ed indispensabile come l’acqua” conclude l’assessore Atanasio. 

Fonte Ufficio stampa Bagheria

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