Attualità

Per chi quest’estate vuole recarsi a mare nell’area di Solanto (fra Santa Flavia e Casteldaccia) si troverà di fronte a un cancello sbarrato. Fino alla scorsa estate, infatti,  l’accesso a mare adiacente al Club Nautico di Solanto, nel sito dell’antica tonnara, era  libero. Sul cancello, in bella mostra, un cartello con su scritto: “Divieto d’accesso.  Proprietà privata.” (vedi foto).

In questo modo, tutto il tratto di costa che da Solanto arriva fino a Casteldaccia  risulta precluso ai comuni mortali, giacché i passaggi tuttora esistenti lungo la Statale  113 e visibili a malapena tra la selva di villini, previsti a intervalli regolari dalla legge,  risultano da tempo immemorabile chiusi e sbarrati.

Da chi?

Da qui l’amara conclusione che il mare é un bene privato. Ma anche dove  esistono dei passaggi a mare pubblici, come, per esempio, le scalinate presso Capo  Zafferano, lo stato d’abbandono é tale da scoraggiare qualsiasi bagnante. Lo stesso si  può dire per il faro di Capo Zafferano, ormai completamente vandalizzato e forse  irrecuperabile.

A quando il ripristino della legalità e del decoro per l’accesso a mare? Per inciso,  saremmo disposti tutti a versare anche un solo euro per accedere al mare, pur di  contribuire alla pulizia e manutenzione del luogo.

Un discorso a parte si dovrebbe poi fare per contrastare coloro che deturpano la  costa, lasciando spazzatura e soprattutto i fumatori che lasciano montagne di cicche su
spiaggie e scogli.

Agata Villa, in rappresentanza di una comunità di villeggianti di Santa Flavia. 

L'economia nazionale non lascia adito a interpretazioni positive. L'ultima stangata è arrivata dal Fondo Monetario che ha profetizzato una ripresa tra circa 20 anni, o meglio, ha annunciato che se continuano così le cose, il tasso di occupazione raggiungerà il normale livello precedente alla crisi solo tra una ventina d'anni. Un'eternità. Un periodo di tempo davvero troppo lungo per chi oggi ha 40 anni e che dovrebbe sperare di essere assunto a 60 anni. Paradossale, ridicolo, o forse in una parola drammatico. E allora si continua ad arrancare, arrangiandosi nel trovare piccoli lavoretti, molto spesso in nero e sotto pagati.

Questa è la nostra Italia. Un Italia fatta di famiglie sempre più povere, dove i giovani non trovano lavoro e dove i capofamiglia lo perdono. Famiglie sempre più indebitate che si arrabattano chiedendo prestiti poste italiane o ad altri istituti e che, molto spesso, non riescono nemmeno a ottenere senza le garanzie richieste, o che devono accettare forme specifiche data la situazione creditizia ormai completamente deteriorata (dettagli su www.zonaprestiti.com/prestiti-protestati.htm).

Tutto questo accade mentre si continua a parlare dei benefici effetti positivi del Jobs Act, effetti che, a onor del vero ci sono, ma che sono purtroppo appannaggio di pochi. Alcuni tra i più fortunati sono 31 contrattisti assunti dalla giunta comunale di Bagheria. Si tratta davvero di un colpo di fortuna dato che il loro contratto non solo è stato prorogato fino al 31 dicembre, ma per alcuni di loro si aprono le porte del lavoro a tempo indeterminato, una vera rarità di questi tempi.

Più nello specifico, l'amministrazione comunale di Bagheria ha deciso così di stabilizzare tali contratti a tempo indeterminato e parziale per il 30% dell’orario di lavoro. Si prevede inoltre anche l'assunzione a tempo pieno di un avvocato e di un funzionario amministrativo.

Insomma, Bagheria va controcorrente e offre una concreta possibilità che da speranza almeno a una trentina di giovani. Una vera manna se si pensa che molti giovani oggi come oggi sono costretti a lasciare il Paese per cercare un lavoro all'estero. Merito del Jobs Act? Francamente in questo caso poco importa, quello che conta veramente è che questa notizia positiva può fare da incentivo per sbloccare un po' la situazione a livello locale in un sud che, fino a ora, ha sofferto il colpo più pesante di questa crisi economica.

Redazionale promozionale

Anche nella Guida ai Ristoranti di Sicilia uscita con il quotidiano ‘La Repubblica’ appena una settimana dopo rispetto a quella pubblicata dal ‘Giornale di Sicilia’, la ristorazione bagherese viene premiata e trova adeguati riconoscimenti .

C’è però innanzitutto da rilevare che, mentre la Guida dei ristoranti e pizzerie del Giornale di Sicilia recensisce 160 locali di ristoro, la Guida di Repubblica segnala oltre ad un migliaio di locali di ristorazione, anche 444 botteghe del gusto, 108 tra Agriturismo e  Bed and Breakfast, 63 Street Food, 49 tra catering, centri benessere e grandi locali per cerimonie ( castelli, baglie masserie) ed infine 81 produttori di vino e 35 produttori di olio, per un totale di 1700 attività.

Ed anche in questa rassegna Bagheria fa la propria bella figura con ben 14 locali citati, in cui assieme alle conferme ed ai nomi ‘storici’ si fanno strada nomi emergenti che rappresentano sorprese graditissime e che ampliano la proposta per quell’appassionato di nicchia di cibi speciali o semplicemente particolari.

Procediamo con ordine: dicevamo di locali che ormai da tempo travalicano la fama locale e parliamo dell’inossidabile ‘Don Ciccio’, del Ristorante ‘I pupi’ e del ‘Mata Hari’, ormai consacrati al top.
Ci sono altri tre trattorie-ristoranti che si affiancano ai nomi storici, e parliamo de ‘Il Barone di Munchausen’, della trattoria Buttitta di via Stazione e dell’Osteria ‘Donna Luisa’ di via Roccaforte.

Il Barone, nato ormai venti anni fa in via Palagonìa, si fa apprezzare soprattutto per le pizze, con impasto a doppia lievitazione e forno a legna ( la bufalina in particolare), per i ‘robusti’ secondi di carne, cotti su pietra lavica, e per l’eccellente e variegata proposta di birre e vini.

Quindi l’Osteria Donna Luisa in via Roccaforte, un locale giovanissimo inaugurato poco più di un anno fa, ma che con il passaparola si sta conquistando un suo spazio: la guida ci suggerisce i bocconcini di ricotta e pomodorino, u cuddruruni, specie di pizza tipica di Ciminna che viene spianata più spessa rispetto alla normale pizza e condita con mollica asciutta, acciughe sciolte nell'olio caldo, caciocavallo grattugiato e cipolla rossa tagliata a pezzetti piccolissimi.

Un primo con tritato di salsiccia, funghi e ricotta e lo stinco di maiale fresco, al forno con patate, che dalle nostre parti è difficile trovare.

Quella di Buttitta è invece il prototipo di trattoria a totale conduzione familiare e con piatti della tradizione: l'insalata vostasa ed il bollito sono i piatti più richiesti ed a ragione, mentre i primi annoverano la pasta con le sarde e quella con i vrocculi arriminati.

Locale dall’arredamento spartano, ma materie prime genuine e locali: non per nulla si trova dove negli anni ’50 si trovava la trattoria del primo Don Ciccio, fondatore della dinastia.

Nella guida trovano spazio lo Street Food ed a Bagheria, scomparsi gli storici ‘panillari’, vede ormai primeggiare le varie generazioni e punti vendita dei Palumbo come rappresentanti di questa nuova linea alimentare: la guida cita il Palumbo di via Mattarella che alla classica mafalda con panelle ha ampliato l’offerta con la focaccia ca meusa, oltre a crocchè, arancine, cardi e broccoli in pastella e Kebab.

Quindi i locali contrassegnati con la lettera B, botteghe del gusto secondo la legenda, si va dai bar-gelaterie Don Gino, Bar Ester, Gelateria anni 20 di via Mattarella e Dolce Gelato di via De Gasperi: e per ognuno dei locali assaggi e citazioni specifiche: bignè ai pistacchi, torta Adriana, e cassata siciliana da Don Gino; la gelateria Anni 20 con i suoi trenta gusti di gelato, che, tanti anni fa, ammaliarono come un bambino un grandissimo studioso tedesco di elettrochimica che ,trovandosi per un congresso a Palermo e ad essendo venuto a visitare Bagheria, non riusciva a credere ai propri occhi per quella sconfinata varietà dei gusti del gelato; il Bar Ester per la specialità dei suoi cannoli e per l’originalità di avere una scuola per aspiranti pasticcieri; il Dolce Gelato di Campisi, affermato ‘gelataio’ a livello nazionale e che si impone per la specialità delle sue torte gelato e dei tronchetti.

Quindi proseguendo con le Botteghe del gusto troviamo le Delizie del mare di Taormina in via Monsignor Arena che si fa apprezzare per il pesce fresco e per i sughi preparati, sino al Panificio Incandela nella cui produzione svetta, secondo la Guida, lo sfincione con ricotta ed il pane condito con cipolla olive nere, caciocavallo, acciughe e pomodoro

Chiudiamo con un locale citato alla voce CBM, castelli, bagli e masserie e cioè Villa Ramacca, di cui si mette in risalto oltre che il grande scalone di accesso ed il giardino di piante esotiche anche il restauro rispettoso del passato e della tradizione e la cucina che si ispira ai piatti tipici siciliani rivisitati con un tocco di creatività.
 

Le imprese artigiane tornano a manifestare chiari segnali di sofferenza, con delle punte che denotano scarsa vitalità soprattutto in Sardegna, che si guadagna la maglia nera con una contrazione del numero di aziende artigiane dello 0,86%, seguite proprio dalla Sicilia con un calo dello 0,2%, che tuttavia intensifica la discesa rispetto al dato precedente non positivo, relativo al secondo trimestre del 2014, quando era stata segnata una contrazione dello 0,17%.

In negativo sono andate anche altre Regioni, come le Marche (-0,4%), l’Abruzzo (-0,4%) e l’Umbria (-0,5%) che sono anche le realtà territoriali in cui l’artigianato vanta ancora una posizione e una diffusione molto consistenti. A mettere a nudo l’attuale situazione è stato l’ufficio studi di Confartigianato che si è basato sui dati forniti da Unioncamere-Infocamere.

Traslando il discorso in numeri, quindi da aprile a giugno di quest’anno il numero di nuove aziende artigiane è stato di 1.137 nuove unità, ma nello stesso periodo hanno chiuso i battenti 1.292 attività che già esistevano. Quindi il trimestre si è chiuso con un passivo pari a 155 imprese. A questo si aggiunge anche il fatto che tra le imprese, quelle che incontrano ancora maggiori difficoltà a trovare i finanziamenti di cui hanno bisogno nei tempi necessari, sono proprio le pmi siciliane, specialmnete quando si tratta di forme “agevolate” (informazioni su http://www.calcoloratamutuo.org/guida/mutui-agevolati).

Tutte situazioni messe a nudo dal presidente di Confartigianato imprese Sicilia, Filippo Ribisi, che ha commentato questi dati, portando alla luce di come "I dati evidenziano come in Sicilia la ripresa stenti ancora a decollare confermando quel gap che ci separa dalle altre regioni. A questo punto urge una riflessione attenta da parte della classe politica regionale, che deve farsi subito carico di una serie di riforme che rimangono ancora al palo. L'Isola sconta ancora l'ormai annosa difficoltà di accesso al credito per le piccole e micro imprese e una forte carenza infrastrutturale e viaria che penalizzano fortemente i collegamenti regionali".

Redazionle Informativo

 

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