Attualità

La foto che riportiamo e che mostra quale sia la situazione dell'Ufficio amministrativo del cimitero di Bagheria si presta a due chiavi di lettura: intanto diciamo subito che sono ben 36 le casse stipate dentro le stanze che fungono da 'luogo di deposito', ed alcune sono là dai primi di maggio, in attesa della tumulazione.

Le due interpretazioni.

Questa è la prova che il meccanismo disinvolto e truffaldino di estumulazioni e assegnazione dei loculi segna il passo, e paradossalmente può essere letto come un sintomo di ritorno della legalità al cimitero di Bagheria, favorita anche dalla elezione a sindaco di Patrizio Cinque, che su queste questioni ha detto le parole più chiare.

In secondo luogo, segnalano quella che è un eufemismo definire 'emergenza' perchè qua siamo ben oltre l'emergenza, che può diventare col caldo che incombe anche un serio problema sanitario. 

Allora il sindaco e gli amministratori debbono fare qualcosa, e subito.

La foto che mostriamo legittima qualunque deroga a tempi, norme e regolamenti: il sindaco assuma provvedimenti straordinari senza alcun timore che qualcuno possa andare a fargli le pulci domani per le decisioni che assumerà.

Subito, immediatamente, con fondi straordinari, con procedure straordinarie, con tecnologie anche straordinarie ( pare che esista la possibilità di realizzare in poco tempo dei loculi prefabbricati), si dia una risposta innanzitutto ai familiari di quei 36 defunti che aspettano da settimane una degna sepoltura per i loro cari e poi all'esigenza di normalità dei bagheresi.

Caro don Antonio, oggi, nel giorno del tuo 50mo anniversario di ordinazione presbiterale, vogliamo particolarmente ringraziarti per aver creato tu, insieme a noi, una comunità di credenti e di cittadini consapevoli.Ancora rimane indelebile il nostro primo incontro, un incontro senza convenzioni, così come senza convenzione è stato il tuo essere presbitero e il tuo essere soprattutto cristiano. Una calda domenica di agosto, una piccola chiesa, o meglio una sala di teatro adibita a luogo di culto, poca gente tra i banchi e un gruppetto di ragazzi radunati nell'atrio in attesa dell'ennesimo prete mandato a celebrare la messa domenicale.Una domenica come tante altre, in quel borgo di periferia a sud della nostra città, tante case, molte famiglie, assenza assoluta di servizi, di luoghi di incontro e di formazione.

Una domenica speciale per un incontro speciale.

Una polo rosa intenso, un jeans blu e un occhialone d'altri tempi, grande, eccentrico, così come eccentrica era la tua opel kadet gialla che ci ha accompagnati ovunque. Era il millenovecentonovantaquattro. Rimanemmo sbaloriditi, noi aspettavamo l'ennesimo prete, in talare o con i segni convenzionali, e invece ti sei presentato senza cerimoniali, non ci furono presentazioni ufficiali, ingressi solenni, né banda musicale, né fiori.

Noi, una comunità giovane e tu prete del concilio, formato in un momento di grande fermento della chiesa, fermento che però stentava e ancora stenta a concretizzarsi nelle chiese particolari. Da quell'incontro che ha cambiato le nostre vite sono passati già ventanni,un cammino lungo e faticoso, spesso pieno di insidie, di sofferenze, un cammino ricco però di emozioni, di incontri, ricco di volti, di storie e di vite. Nonostante le difficoltà siamo riusciti a crescere, le tue parole erano taglienti, spesso scomode, ci hai fatto conoscere il Dio onnipotente nell'Amore, con te molti di noi abbiamo imparato l'italiano, la filosofia, ad apprezzare la musica e l'arte, per non parlare delle etimologie delle parole difficili usate nel messale e nei testi sacri.

Hai conciliato una profonda spiritualità, delicata, rispettosa delle sensibilità ad un pensiero pienamente concreto e razionale. Il regno dei Cieli si costruisce sulla terra - dicevi-perché tutto quello che ci circonda è cielo, là dove finisce la nostra pelle, inizia il cielo e noi poca cosa siamo, siamo "servi inutili" se solo pensiamo alla via Lattea, a ciò che ci circonda e sovrasta.
Con te e per te è nata "la scuola di Barbiana" a San Domenico, dopo scuola pomeridiano per tutti i bambini del quartiere e non solo, il cineforum, l'animazione domenicale, i giochi estivi e gli approfondimenti con i giovani. Come dimenticare Alzo Zero e Adriana Zarri, Helder Camara e Kant. Con te siamo vissuti in una chiesa povera per i poveri e tu parroco povero come i tuoi parrocchiani.
Dobbiamo dirti grazie, don Antonio, grazie per il tuo rigore morale, per la tua libertà di pensiero, per il tuo modo spesso estroso di interrogarci, di ammonirci, grazie per averci dato gli strumenti per essere cristiani liberi da ogni indottrinamento.

Ti ringraziamo perchè il quattro luglio di cinquanta anni fa, dicevi il tuo si ad una totale donazione, una donazione a perdere per essere ricolmato di tanti figli figlie, sorelle e fratelli. Le tue mani unte con l'olio di letizia per benedire, per accarezzare, per stenderle a chi, in qualunque momento ne avesse bisogno.
Dici di non essere un prete di punta ma di tacco, e proprio sul tacco che si poggia il piede e si scarica tuttoil peso del corpo. Il tacco è importante tanto quanto la punta. auguri don Antonio, la tua comunità, i tuoi ragazzi, ti vogliono bene.

Emanuele Tornatore
 

L’estate quest’anno inizia con la pulizia di una spiaggetta del litorale nota a molti come “Scaro”; l’iniziativa lanciata dall’associazione Prospettiva Futura, e finanziata sia dalla stessa che dalla raccolta fondi promossa, è nata dal desiderio di recuperare una bellissima zona balneare, deturpata dall’immondizia e dall’incuria, che già vede famiglie, turisti e appassionati del mare recarvisi per godere della stagione estiva.

Il bisogno che ha primariamente spinto l’Associazione, e i bagnanti, è stato sicuramente quello di rimuovere rifiuti pericolosi quali siringhe, pezzi di vetro, bottiglie rotte e altri scarti che seminavano l’intera area rendendola inutilizzabile e potenzialmente pericolosa per i bambini, grandi appassionati dei giochi da spiaggia, dei castelli di sabbia e promotori principali delle gite familiari al mare.

L’intervento di Prospettiva futura è dedicato soprattutto a loro, ai bambini per cui cerchiamo di costruire spazi adatti alla loro sicurezza, in cui esprimere al meglio la loro fantasia, i loro giochi, creare i ricordi che si porteranno nella loro vita da adulti; Inoltre è anche emerso il disagio di non poter godere di molti luoghi balneari del nostro territorio, belli e suggestivi, ma inagibili a causa dell’abbandono e dei conseguenti rifiuti accumulati.

Dopo il progetto del Parco, la pulizia e riqualifica della spiaggia costituisce per l’Associazione un ulteriore passo avanti nella creazione di un territorio a misura di cittadino.

I cittadini asprensi hanno espresso negli anni un malcontento dovuto ad una comunità che sebbene possegga spiagge e spazi che si estendono per diversi chilometri, nei fatti è costretta a spostarsi verso zone più pulite e sicure, incrementando così l’economia dei bar, delle edicole e dei negozi di quei paesi; con il nostro intervento auspichiamo l’inizio di un’era di rivalutazione territoriale, in cui come comunità decidiamo di prenderci più cura dei beni di casa nostra smontando così definitivamente il detto “l’erba del vicino è sempre più verde”.

Nell’attesa che la nuova amministrazione si occupi definitivamente del problema, i lavori da noi promossi sono già iniziati; coordinati dall’associato Dario Brunetto, tutte le mattine è possibile vedere come un luogo che fino a qualche settimana fa era un’area di discarica, ora assume pian piano la forma di lido.

A sostegno del progetto vantiamo inoltre l’impegno, da parte del Vice Presidente del Consiglio circoscrizionale di Aspra, Peppino Aleccia, a fornire i cassonetti utili a contenere rifiuti pericolosi o potenzialmente infetti; questo ulteriore aiuto, assieme alle donazioni dei cittadini e alle numerose espressioni di appoggio, si traducono per noi come ulteriore prova del fatto che le attività proposte dall’Associazione in questi mesi stanno prendendo vita e che il percorso di rinnovo che abbiamo deciso di intraprendere è un percorso condiviso .

Il Presidente di Prospettiva Futura
Alessandra Iannì
 

Forse Bagheria è alla vigilia di un mutamento epocale, e dopo la rivoluzione politica si accinge anche ad operare una rivoluzione della coscienza civica ed antimafiosa.

Sono almeno 44 gli episodi di richieste di pizzo e tentativi di estorsione che nelle indagini di Carabinieri e magistratura sono stati consegnati alle carte delle operazioni Argo e Reset, attraverso intercettazioni, pedinamenti e immagini, puntualmente riscontrate dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.

Di questi ben 22 hanno ammesso esplicitamente di avere ricevuto richieste di denaro o di 'prestazione di servizi' da appartenenti a vario titolo all'organizzazione mafiosa.

Sono numeri importanti per un territorio quale quello di Bagheria, in cui cosa nostra sino a ieri l'altro poteva 'orgogliosamente' affermare di non conoscere fenomeni di pentitismo.

Queste collaborazioni si stanno rivelando decisive per ricostruire il reticolo di complicità sui quali la mafia articola il proprio ruolo egemone nel territorio del mandamento bagherese.

Negli ultimi anni la situazione sta cambiando, ci sono già una mezza dozzina di collaboratori e c'è da prevedere che altri se ne aggiungeranno nei prossimi mesi.

Onofrio Prestigiacomo, Stefano Lo Verso, Giacomo Greco, Sergio Flamia, Vincenzo Gennaro, Benito Morsicato stanno raccontando la storia dell mafia del territorio bagherese degli ultimi trenta anni, ma anche la storia di intimidazioni e attentati nei confronti di commercianti ed imprenditori che negli ultimi anni tendevano ad estendersi a macchia d'olio ad altre categorie commerciali, con l'intensificarsi degli arresti di appartenenti all'organizzazione mafiosa.

Un tempo erano soprattutto gli imprenditori dell'edilizia che, a tappeto, in un modo o nell'altro venivano costretti a pagare il 3% di tassa sul valore dei lavori che andavano a realizzare; poi nell'ultimo quindicennio la macchia si è estesa; bar, supermercati, grosse catene commerciali, imprenditori agricoli e del terziario, più di recente agenzie di scommesse, sino al business dei grossisti di pesce.

E quando non si chiedevano soldi, si chiedevano agli imprenditori posti di lavoro o si procedeva all'imposizione di acquistare beni o servizi dagli amici.

Rispetto ai 44 casi accertati c'è da ritenere senza alcun timore di 'dare i numeri' che sono stati e sono centinaia i casi di pizzo e di estorsione che non sono venuti ancora a galla o sono in progress.

altMa come dicevamo all'inizio la situazione sta cambiando: molti tra quelli che pagavano stanno collaborando, molti tra i casi ancora sconosciuti vengono denunciati, le organizzazioni che tutelano i commercianti vessati dall'usura, dal pizzo e dalle estorioni stanno aprendo uno sportello a Bagheria per la quantità ma anche per la qualità degli imprenditori che chiedono consiglio su cosa fare.

Nelle ultime tre settimane Addio Pizzo, Libero futuro, Confcommercio, ed altre associzoni antiracket hanno portato nel nostro territorio la voce di chi non si vuole più piegare, e sono decine e decine i nuovi imprenditori che prendono contatto con i Carabinieri, mossi forse dalla paura, ma noi vogliamo pensare anche dalla speranza, che il lavoro investigativo porti alla luce episodi e storie sinora ignote alla giustizia.

L'ultimo pentimento quello di Benito Morsicato, pur nella dimensione non eccelsa, mafiosamente parlando, del personaggio, purtuttavia è di quelle collaborazioni che può dire molto sulla organizzazione dei fenomeni intimidatori, auto e mezzi bruciati, avvertimenti e quant'altro, da parte della direzione strategica della mafia.

 

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