Attualità

L'ordinanza n° 24 del sindaco Patrizio Cinque è del 24 luglio 2014: formalmente ineccepibile tende a dare una risposta in termini di sicurezza ai condomini di una quarantina di condomini e di altre case sparse che, per raggiungere le loro abitazioni percorrevano (e continuano malgrado l'ordinanza a percorrere) questa strada, una traversa di corso Baldassare Scaduto, ad un centinaio di metri dallo stabilimento della vini Corvo.

Il problema nacque nel novembre dello scorso anno allorchè in presenza di abbondanti piogge si verificò una frana che interessò un terzo della sede stradale per una cinquantina di metri: la corsìa che dà su una vecchia cava dismessa fu transennata ed il traffico veicolare in un solo senso è continuato (e continua) sino ad oggi.

Ma nell'ordinanza su richiamata si ritiene insufficiente, per garantire la sicurezza del traffico veicolare e pedonale, la chiusura di una parte della carreggiata e si istituisce il divieto totale al transito di veicoli e di pedoni;  viene prevista altresì la collocazione di una adeguata segnaletica, si incarica l'Ufficio Tecnico di attuare uno sbarramento e si fa obbligo a chi ne ha titolo di fare rispettare l'ordinanza.

Tutto secondo legge.

Se non che l'alternativa alla percorrenza di via S.Isidoro Monte V , viene individuata nella Via Cacicia una strada che subito dopo lo stabilimento vinicolo Corvo, consente di raggiungere un complesso di edilizia convenzionata sin dove appunto la strada è asfaltata; dopodichè per circa 800 metri, facendo quindi un giro lunghissimo, i residenti del complesso di alloggi servito dalla via S.Isidoro monte V, dovrebbero percorrere una vera e propria  trazzera in auto o a piedi.

Una trazzera scomodae pericolosa, forse più che l'attraversamento del tratto di frana, appunto con una sola carreggiata di traffico, con buche paurose, con sterpaglie ai margini, e con torme di cani randagi che spesso colà si danno convegno, e con l'oggettiva impossibilità per mezzi di soccorso ambulanze o Vigili del fuoco di raggiungere le abitazioni in caso di urgenza e necessità.

Una soluzione, forse necessaria, però francamente paradossale e, sia detto per inciso, impraticabile, tant'è che la gente continua seriamente a rischiare e non è detto che con le prossime piogge non venga giù il resto della carreggiata.

altGruppi di residenti ci hanno contattato per fare sentire la loro voce all'aministrazione, perchè possa essere trovata una soluzione alternativa possibile e praticabile in tempi brevi: a partire da un collegamento di meno di cento metri che potrebbe crearsi tramite la S. Isidoro monte, e o ancora più facilmente, con un by pass che deviando a qualche decina di metri dalla via S. Isidoro V, e attraverso una cinquantina di metri da percorrere su una terreno privato, (con il quale sostengono i residenti si potrebbe trovare un accordo),  riporterebbe i veicoli sulla strada in questione, appunto bypassando la frana.

Soluzioni di pronto accomodo, come si suol dire, in vista della soluzione di medio periodo che non può che essere il ripristino della sede  stradale, obiettivo che oggettivamente richiede tempo, denaro, e probabilmente innescherà un contenzioso anche con il proprietario del terreno sottostante.

L'assessore ai Lavori pubblici, Fabio Atanasio, ha già attenzionato il problema e ci ha garantito, che una volta edotto della situazione si sforzerà di trovare una soluzione che coniughi la sicurezza dei cittadini e la reale, e non solo teorica, praticabilità della via alternativa.

 

Tra le diverse manifestazioni che arricchiranno il programma della festa di San Giuseppe, tre cittadine bagheresi: Patrizia Aiello, Mariarosa Mantini e Giusy Filì hanno voluto far dono al Città di una loro idea di spettacolo, rievocando un’antica tradizione popolare siciliana: la preparazione dell’ “astrattu ri pumaruoru” quando le vie e le piazze di Bagheria si coloravano di rosso, riempendosi di tavole in legno dette “maidde” sulle quali veniva steso ad essiccare il succo di pomodoro.

La manifestazione, che si svolgerà il prossimo lunedì 4 agosto, a partire dalle 7.30, in via Palagonia, in prossimità della nota villa Palagonia, con la sistemazione delle “maidde”, metterà in scena attraverso immagini, musiche ed utensili della tradizione contadina l’atmosfera dei tempi in cui si faceva l’estratto di pomodoro.

Dalle 9.00 alle 18.00 verrà eseguita, come da tradizione, la preparazione dell’estratto. La procedura prevede la stesura della polpa di pomodoro sui tavoli di legno, la salatura e l’essiccazione al sole con la tradizionale e frequente “arriminata” con le mani che girano il pomodoro.

Alle 18.00 si procederà con la raccolta del preparato nello “scanaturi” e prima della degustazione enogastronomica che si svolgerà alle 20.00 i visitatori potranno godere di uno spettacolo folkloristico di musiche e canti.

A far rivivere ai Bagheresi i tempi dell’”astrattu” le performance di Giusy Filì e Alfredo Bellina in uno spettacolo di musiche antiche.

Dorotea Bagnasco, ristoratrice che ha dedicato la maggior parte della sua vita alla cucina tradizionale, immergerà i visitatori nei gusti e sapori del tempo passato, mettendo a disposizione la sua esperienza culinaria mediante la preparazione di antichi piatti a base di pomodoro.

Ma la tradizione si sposerà anche con i gusti moderni grazie alla collaborazione dello chef Tony Lo Coco, proprietario del ristorante “I Pupi” che proporrà piatti da lui rivisitati.

E dove c’è buon cibo non può mancare il buon vino: Giovanni Aiello esperto enologo locale selezionerà i vini della cantina Firriato e della grande distribuzione Vini e Design che arricchiranno il percorso enogastronomico; un vino più “sbrioso” verrà proposto dalla cantina “Azienda agricola Costantino”.

A dare un respiro internazionale l’attuale campione mondiale dei sommelier, Luca Martini di Arezzo accompagnato dal presidente ed organizzatore del “DiVino festival di Castelbuono” Dario Guarcello.

L’organizzazione ringrazia per la collaborazione il fotografo Angelo Restivo dell’associazione Bagnera per aver messo a disposizione foto e materiali che renderanno la scenografia del luogo ancora più in tema con l’oggetto della manifestazione ed informa che è gradita un’offerta libera che verrà devoluta in beneficenza.

Fonte  Ufficio Stampa del comune di bagheria
 

Sembrano secoli ma appena qualche anno fa SOLANTO era l'ESTATE !

Rappresentava per molti di noi il mare, la compagnia, l'amicizia, la spensieratezza, le chiacchiere con gli amici, i conoscenti, la vita. Poi un anno, un giugno come tanti altri, quando l'estate scoppia da un giorno all'altro, lo stupore e lo sconforto ci assalgono e non crediamo ai nostri occhi. Quello che per noi aveva rappresentato sin da bambini e così pure per molti dei nostri genitori, il luogo della nostra giovinezza, dei tuffi al tramonto, dei primi baci, non era più nostro. Non era più possibile continuare a vivere gratuitamente quello scorcio di paradiso che la natura ci aveva omaggiato.

Cancelli automatici, motoscafi in entrata ed in uscita, rumore assordante di motori, puzzo di benzina, chiazze di carburante e soprattutto arroganza, tanta arroganza e poco rispetto per chi in quel posto c'è cresciuto. 

È stata data una concessione per un club nautico che a poco a poco ha rosicchiato tutta la spiaggetta prima libera, sporcandola con oscene sedie a sdraio di plastica ( ma questo è un mio personalissimo gusto) e poi un atteggiamento sempre crescente da parte dei gestori del club, di prepotenza, atto a farci sentire ospiti indesiderati a casa nostra. Relegati ed ammassati in pochissimi metri quadri, arroccati su quei poveri quattro scogli rimasti per la plebe. Il motivo che mi spinge a sollevare una riflessione su questo stato di cose, non si vuole impiccare soltanto su quali siano gli effettivi limiti o eventuali soprusi da parte dei gestori o meno; ma vorrei porre l'accento su un discorso di civiltà.

Mi chiedo e vi chiedo quanto sia normale tutto ciò.

Privare un'intera comunità del proprio pezzo di mare che il buon Dio o chi per lui ci ha regalato a favore del business di gente, talmente disattenta all'altrui persona che pur di rivendicare la supremazia sul territorio in gestione, ha pensato bene di piazzare barche ormai in disuso per farle stazionare nei pochissimi metri che erano ancora fruibili per noi umili mortali. Il gestore minaccia di chiudere la discesa al mare, impedendo di fatto anche l'accesso alla piccolissima porzione del demanio ancora libera. Afferma in maniera perentoria che trattasi di un accesso privato.

altNon so, perché non sono un esperto, quanto questo sia possibile farlo, in relazione al fatto che quella discesa per almeno 40 anni è stata dell'intera comunità che ne ha avuto accesso e fruito nella massima libertà senza alcun tipo di vincolo o limitazione. Non so se esistono gli estremi di un usucapione dato che i 20 anni di possesso della comunità sono passati abbondantemente; ripeto non lo so e non è il mio lavoro. Però di una cosa sono certo: una discesa al mare va assicurata e che io ho il diritto di usufruire del mare di Solanto come e quando voglio. Vi invitiamo a fare una battaglia di civiltà. Grazie a tutti.

P.S. Aggiungiamo per inciso, che ancora la Capitaneria da noi chiamata, pur avendo effettuato dei sopralluoghi, non ci dice ufficialmente su quale sia la reale situazione. C'è l'impressione che si voglia  prender tempo e far finire la stagione.

Lettera Firmata 

Così si chiama il percorso che separa la cittadina di Saint Jean Pied de Port dal santuario più famoso di Spagna, quello di Santiago de Compostela. Durante tutte le stagioni dell'anno un numero impressionante di pellegrini compie questo tragitto, chi per fede, chi per una sfida agonistica, chi semplicemente per curiosità, e con i mezzi più diversi; non sono pochi  infatti quello che lo percorrono a piedi.

Sono circa 900 Km. di strade e sentieri in cui partendo dalla Francia e attraverso i Pirenei e i paesi baschi si arriva nella Galiziana Santiago, dove secondo una antica leggenda sarebbe sepolto il cadavere dell'apostolo Giacomo morto decapitato e dove fu edificata una cattedrale, tra le più famose del mondo cristiano.

Giancarlo Giammarresi e Antonino Stabile, biologi e tecnici di laboratorio, Tommaso Sciortino, avvocato, bagheresi doc e Vincenzo Lo Verso, piccolo imprenditorre ficarazzese, trapiantato a Bagheria, partiranno mercoledì 30 luglio con un volo per Madrid, e poi, quasi certamente in auto, proseguiranno per Sain Jean Pied de Port, dove hanno già noleggiato le bici ed è il punto di partenza del 'camino de Santiago'.

La prima inevitabile domanda è: cosa vi  spinge a cimentarvi con questo percorso?

Variegate le risposte: siamo molto amici, ci unisce la passione per lo sport e la natura, per metterci alla prova, per fare anche una riflessione su noi stessi: c'è quindi la voglia della scoperta, di sondare i propri limiti , di vivere una esperienza nuova, ma alla fine è il tentativo, si parva licet componere magnis, di dare una risposta a quell'Ulisse che è entro ognuno di noi.

La soglia dei quarant'anni l'hanno superata in tre su quattro ma sono o sono stati tutti impegnati in sport di vario tipo, il tennis per Giammarresi e Sciortino, palestra per qualche altro; in ogni caso Giammarresi che è anche nutrizionista ha preparato una tabella di calorie e di alimenti da privilegiare.

Nel periodo in cui hanno messo a punto la realizzazione di quella che all'inizio era solo una idea buttata là, hanno dato anche una mano, ed è giusto ricordarli, Nicola Zarcone, fisioterapista, ed i personal trainer Tony Monti e Marco Rubino.

Quanti giorni pensate di impiegare a pecorrere i circa 900 chilometri del camino ?

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Non lo sappiamo è la risposta corale: dipenderà da tanti fattori, a partire dalle condizioni del percorso che in certi tratti passa attraverso i boschi dei Pirenei, dalle condizioni climatiche, ed anche da come reagirà il nostro organismo, e tra l'altro stiamo partendo attrezzati per eventualmente dormire in tenda; in ogni caso ripetono che non è una sfida agonistica, ci sono certo delle tappe-tipo, se non riusciremo a rispettarle pazienza, in ogni caso pensiamo una decina di giorni al massimo anche perchè il 10 agosto abbiamo già prenotato il ritorno. All'arrivo andremo naturalmente a visitare la cattedrale di Santiago, una dei capolavori dell'architettura romanica, e le cose più singolari e e più interessanti, dal gigantesco incensiere alla Cappella Maior. 

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