Attualità

Giro di vite dell'amministrazione comunale flavese nei confronti di titolari di concessioni di suolo pubblico a fini commerciali, inadempienti rispetto al pagamento dei tributi dovuti quali TOSAP  e TARSU.

L'amministrazione si avvia ad effettuare dei rigorosi controlli a tappeto per quanto riguarda il pagamento dei tributi dovute da chi è concessionario di autorizzazione per svolgere attività commerciali nel suolo pubblico; pare che da una prima e sommaria ricognizione stiano emergendo situazione di morosità che si trascinano da anni: a lanciare l'allarme era stata l'area economico finanziaria del comune che rilevava appunto da tempo i mancati pagamenti.

Proprio per lanciare un messaggio chiaro, e cioè che l'amministrazione non è più disposta a tollerare che, in una situazione di difficoltà economiche del comune, ci sia chi si sottragga al pagamento di tasse o imposte si è deciso di andare avanti usando la mano pesante.

A due titolari di concessioni a Sant'Elia in via dei Cantieri, A.P. e A.M,  che gestiscono in aree pubbliche due chioschi, rispettivamente il Tropical Beach e Il Nodo, è stata revocata la relativa autorizzazionie il cui rilascio risale al 2012.

Le ditte erano state informate dell'avvio del procedimento amministrativo per il recupero di alcune rate non pagate relative alle concessioni di cui erano titolari ed avevano avuto 15 giorni di tempo per le loro controdeduzioni., in assenza delle quali si è proceduto, così come previsto dalla legge, alla revoca delle concessioni.

I provvedimenti sanzionatori sono stati pubblicati nella giornata  di ieri presso l'Albo Pretorio on line del comune di Santa Flavia; ma da indiscrezioni che circolano pare che ci siano altri commercianti che rischiano la stessa sanzione.

 

 

Certo non sono più, come accadeva ancora sino a qualche tempo fa, grossi fabbricati, villette di campagna o abitazioni rurali: sono superfetazioni, modifiche interne non dichiarate nel centro storico, muri di contenimento modificati, capannoni in lamiera, ma sempre abusi edilizi sono.

In questi giorni è stato pubblicato all'Albo Pretorio del comune il report sull'attività di vigilanza e di repressione esercitata  sul territorio da chi ne ha competenza; ed in ben tre dei casi segnalati è scattato il sequestro dell'opera.

Le rilevazioni sono avvenute in un arco di tempo relativamente breve, dal 20/05 al 23/06 di quest'anno naturalmente: e si comincia con i Vigili che rilevano una 'nuova costruzione in assenza di atti autorizzativi  in contrada 'Specchiale' lungo la provinciale che porta a Baucina, e  che si è proceduto a sequestrare, anche perchè pare che i necessari e obbligatori atti autorizzativi non sarebbero stati neanche richiesti.

Quindi tre abusi durante  lavori di ristrutturazione di interni di edifici in via Pino, via Verdone e in via Quattrociocchi per 'opere di manutenzione straordinaria più ampliamento di un 2° piano': in quest'ultimo caso l'assenza di qualsivoglia atto autorizzativo ha portato al sequestro dell'opera.

In contrada Brigandì Lanzirotti appena una settimana fa, il 26 giugno, sono state le guardie del Corpo Forestale a rilevare e sanzionare 'la realizzazione di un immobile in ferro zincato ad una elevazione fuori terra su una piattaforma di circa 60 mq.'

Per chiudere con  i VV.UU che in contrada Lorenzo individuano e bloccano la  'sostituzione di un muro di contenimento in cemento già preesistente'.

 

Qualche giorno fa, abbiamo pubblicato la notizia ripresa dal sito ufficiale del comune di Bagheria, che il sindaco Patrizio Cinque, ha firmato 'un atto di indirizzo' con cui ha concesso all’associazione antimafia ed antiracket “Libero Futuro”, l’uso temporaneo ( tre mesi) dell’immobile confiscato  alla criminalità organizzata di via Massimo D’Azeglio 50, piano terra.

La giustificazione di questo 'atto di indirizzo' la troviamo a conclusione del comunicato dove in una dichiarazione attribuita al sindaco si dice che 'l’amministrazione comunale intende promuovere tutte le iniziative atte a contrastare i clan mafiosi bagheresi – dice il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque - Vogliamo dare pieno supporto a tutte le imprese che si ribellano alla mafia'.

Confessiamo che una spiegazione così sintetica e sommaria non ci convince e spieghiamo perchè.

Nessun dubbio sulla sincera volontà dell'attuale sindaco di volere combattere il fenomeno mafioso, ma ci siamo chiesti qualche settimana fa, come mai di fronte agli episodi intimidatori verificatisi negli ultimi mesi a Bagheria e dintorni, ai danni di alcune attività commerciali, non si sia ritenuto utile ed opportuno, nè da parte del sindaco, nè da parte dell'assessore alle Attività produttive, nè da parte della giunta complessivamente, nè a dire il vero da parte di alcun rappresentante a qualsiasi titolo delle istituzioni, di spendere due parole di solidarietà nei confronti di quei commercianti esposti al pizzo e all'usura?

Lo diciamo senza tanti giri di parole: non convince l'dea che la  lotta antimafia si faccia 'regalando' per tre mesi i locali ad una associazione, sia pure benemerita.

Ci siamo convinti invece che il sindaco di Bagheria in questa circostanza abbia commesso un grave errore sia nel metodo che nel merito.

Innanzitutto va ricordato che il consiglio comunale di Bagheria proprio per disciplinare la materia dell'affidamento di questi beni e sottrarla all'arbitrio, oggi di Patrizio Cinque e domani magari di un altro sindaco, da tempo si è dotata di un regolamento in base al quale per concedere beni confiscati si debba procedere ad un 'bando' tra i soggetti richiedenti.

Sono infatti tante a Bagheria le associazioni che si occupano di assistenza e solidarietà non solo ai disabili, ma a quanti vivono un disagio sociale, o a vittime di violenze di varia natura e tra questi anche bambini che grazie all'abnegazione di tante persone, vivono nelle case protette un'infanzia che in qualche modo può essere definita normale ed in cui possono sperare di costruire un futuro migliore.

Ci sono poi una miriade  di associazioni culturali, di enti benemeriti, di gente che svolge un ruolo concreto, proficuo e visibile nella nostra società, scontrandosi con mille difficoltà e che ambirebbero pure esse a poter disporre di un immobile sottratto alla mafia.

Il bando per la concessione, discusso e approvato dal consiglio comunale,  rispondeva e risponde all'esigenza di 'pesare' l'urgenza, la qualità, la valenza sociale del lavoro svolto da queste associazioni ed in base ad una griglia di requisiti potere stabilire le priorità e le gradualità.

 'Libero Futuro' quindi, partecipi assieme alle altre associazioni, che perseguono anche le stesse finalità, (e ce ne somo tante), al bando del comune e, se ne avrà titolo, potrà avere assegnato il bene confiscato. Questa corsia preferenziale è assolutamente incomprensibile e inaccettabile, perchè conseguente ad una scelta arbitraria e illegittima.

Ma non solo associazioni, se appena riflettiamo sul fatto che servizi territoriali di straordinaria importanza per il cittadino sono stati chiusi, dal Tribunale alla Serit, e che incombe il rischio che nei prossimi mesi ci 'salutino' anche l'Agenzia delle Entrate, la sezione territoriale dell'INPS e il CRA, il centro di ricerche agricole, che con tanti terreni confiscati e abbandonati, non sarebbe poi impossibile trattenere a Bagheria.

Ma non è finita: ancora oggi ci sono interi settori del comune, scuole e uffici, il corpo di Polizia Municipale in primis, che occupano locali di privati che ci costano di affitto un occhio della testa. In un'ottica di risparmio, non potrebbe essere più utile destinare l'immobile di via  Massimo D'azeglio, per esempio, come sede della Polizia Municipale ?

La strada scelta  con la concessione diretta motu proprio è puro e semplice arbitrio.

Non solo ma c'è un'altro aspetto da non sottovalutare: a Bagheria sono esistiti sportelli di enti e di associazioni antiracket e antiusura da almeno dieci anni a  questa parte; ebbene che noi si sappia non esiste un solo caso di un commerciante o di un imprenditore che per iniziare la propria collaborazione con le forze di polizia e denunciare i propri aguzzini abbia seguito la strada dello sportello e di recarsi presso le Associazioni antiracket.

Ci smentiscano, se possono, quanti in questi anni con risorse pubbliche  e utilizzando spesso locali comunali o di consorzi partecipati (Metropoli est) hanno gestito questi centri o sportelli di ascolto e di denuncia.

Chi conosce appena appena le cose, sa che chi è taglieggiato ed intende collaborare non lo fa certo nel proprio paese dove tutti, anche le pietre lo conoscono: spesso si reca presso le caserme dei vicini comuni e nella stragrande maggioranza dei casi va direttamente presso il Nucleo provinciale investigativo dove si sente più protetto e sa di potere trovare la massima copertura e discrezione, o quando si trova in determinate circostanze si rivolge direttamente al magistrato che gli sta rivolgendo le contestazioni per avere consiglio.

Non crediamo che una concessione di un immobile per tre mesi a 'Libero Futuro' o a chicchessia smuoverebbe anche di una sola virgola questa situazione.

Per questo suggeriamo al sindaco o di dare una spiegazione più argomentata e convincente o di ripensare questa scelta e di seguire la via maestra del rispetto delle norme e dei regolamenti.

Patrizio Cinque sta facendo sinora cose buone ed egregie sul tema dei rifuti, sulla riduzione  dei costi della politica che sfiora il 50% in meno rispetto alle precedenti amministrazioni, del tentativo di riorganizzazione della macchina comunale e della lotta agli sprechi e del ripianamento del debito, non si consideri però 'legibus solutus' perchè prima o poi potrebbe arrivare qualcuno a ricordargli che di fronte alla legge siamo tutti uguali.

Angelo Gargano

 

Si è spento nella sua residenza di famiglia a Bagheria, villa Valguarnera, all’età di 95 anni Francesco Alliata,  duca di Salaparuta e principe di Valguarnera, eredr di una famiglia di mercanti-banchieri pisani trasferitisi in Sicilia nel XIII secolo: i suoi titoli prenderebbero diverse righe. Noi l'abbiamo sempre pensato come l'ultimo dei Gattopardi, nel senso positivo del termine: negli ultimi due-tre anni le sue condizioni di salute erano via via peggiorate, ma sino a qualche anno fa era ancora un leone ruggente, sino all'ultima 'trovata' che ebbe per richiamare l'attenzione sulla villa, allorchè convocò giornali e tv per dichiarare che avrebbe riaperto villa Valguarnera, e che lui non si rassegnava a questo lento e inesorabile declino cui sembrava condannata.

Un uomo che aveva vissuto pienamente il suo tempo con intelligenza e consapevolezza: era una miniera di storie, di informazioni e di notizie, ed a villa Valguarnera la storia si era anche fermata e non solo nella seconda guerra mondiale, con il comandante generale delle forze alleate, il generale americano Patton che vedendo  dall'aereo villa Valguarnera, al seguito della truppe che avevano liberato Palermo, aveva manifestato il desiderio di visitarla. Ed il suo desiderio era stato esaudito ed a fare gli onori di casa era stata proprio la madre di Francesco Alliata.

 Aveva svolto il servizio militare in qualità di operatore cinematografico, sue sono pertanto diverse scene d'archivio legate ai bombardamenti ed alla liberazione della Sicilia da parte degli alleati.

altMa la passione per il cinema ed il fatto di avere realizzato  cortometraggi subacquei, lo portò a fondare la Panaria film una casa produttrice cinematografica  che con Roberto Rossellini  produsse il film Vulcano con Anna Magnani e La carrozza d’oro di Jean Renoir 

Era stato  lui stesso qualche anno fa a raccontarci come, primi in assoluto,  per fare delle riprese subacquee avevano adattato degli scafandri particolari a protezione delle macchine da presa.

Nella villa Valguarnera, progettata dall'arch Tommaso Maria Napoli,  la più sontuoa ed  elegante  delle ville della splendida vallata come la definì il Villafranca, ospite degli Alliata, sarebbe stato anche  Ferdinando II, re di Napoli, il famigerato re Bomba che pare  attraverso un cunicolo che portava da villa Valguarnera sinoa alla vicina villa Spedalotto (già D'Arezzo), raggiungesse una delle sue favorite. 

 

Qualche settimana fa era uscito per Neri Pozza il suo libro “Il Mediterraneo era il mio regno. Memorie di un aristocratico siciliano“.

Una parte della storia della villa e della famiglia era stata raccontata da Dacia Maraini nel libro Bagheria.

I funerali si svolgeranno dopodomani a Palermo, nel cimitero di Sant’Orsola. Alla figlia Vittoria Alliata che ci è accaduto di incontrare in tante occasioni e la cui sensibilità aveva consentito negli ultimi anni l'apertura ai visitatori di villa Valguarnera, vadano l'abbraccio e i sensi di partecipazione al dolore di bagherianews. com e del direttore Angelo Gargano.

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