Amare senza soffrire?

Amare senza soffrire?

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Alle volte si può amare talmente forte da farsi male, tu senti questo groviglio nello stomaco, come di un fuoco e di un marasma che non è quieto, che dirompe lungamente. Tu daresti tutto per stare vicino a lei, per sentire l'ansito di quella postura sul tuo fianco, e sentire il suo alito di fragole e quei capelli e gli occhi e le labbra rosse.
Eppure, uscendo per caso, te la trovi davanti e la vedi lì, con la sua mano nella mano d'un altro, si stringe a lui. Il baratro allora, senti proprio il precipizio in punta di piedi, sull'orlo dell'abisso, di ciò che mai avresti voluto vedere e che è li, pura e netta realtà.

Tuttavia, nonostante tutto, penso che in questi momenti ci si sente così svuotati da sentire un dolore acuto, di lama profonda, ma allo stesso tempo ci si riempie non so di cosa, come se un'energia superiore o sconosciuta fosse li pronta a soccorrerti, a prestarti aiuto, a darti una possibilità nuova. Certo, altro che nuove possibilità! Tu vorresti strapparla dalle mani di quello, vorresti prenderla in un soffio e d'un fiato dirle che l'ameresti per sempre, con l'anima tua che si fonde in lei, per la vita, oltre tutto, oltre la morte.

Ci chiediamo allora come mai gli amori difficili o impossibili ci lasciano alla fine un ricordo indelebile, come sia possibile che queste esperienze complicate, sognate e non vissute pienamente siano così importanti.
Penso che questi amori contrastati, non vissuti perché non corrisposti siano in un certo senso speciali, fantastici. Essi vivono in noi continuamente, perché anche se non trovano pienezza in una relazione concreta, pare che attingano energia da qualcosa di impalpabile e eterno, come se essi davvero fossero invincibili e immortali. Quando ci sembrano estinti, e il loro dolore pare attenuarsi in un barlume di speranza, essi sono presenti ancora, vivono in un disinganno, nella penombra di altri amori.

Io ti amerò per sempre” frase splendida. “Aspettò questo momento per quarant’anni” o ancora “Le disse finalmente ti amo dopo una vita di attese”.

Io credo che queste esperienze lascino in chi le vive una traccia indelebile perché, anche nel momento in cui questa sorta di rifiuto o di impossibilità a vivere appieno l’amore viene elaborata, vengono a configurarsi in modo nuovo strutture ed esperienze. Cosa ricordate in modo indelebile? Solo il primo amore o anche il dolore di un no, diniego d’un folle amore?
Ricordiamo chiaramente le indimenticabili storie d’amore dei romanzi, ove splendidamente variegate, osannate, le relazioni e gli amori non corrisposti sembrano ergersi, monumenti magnifici, cristallizzati nelle nostre memorie giovanili.

Da un punto di vista psicologico il rifiuto della persona amata ci costringe a dover ristrutturare le competenze acquisite e ci mette nella condizione di dover risolvere situazioni problematiche. Abbiamo la possibilità di ripartire, sperimentando nuove esperienze, ma di questo potremo parlarne la prossima settimana.

Ah dimenticavo, grazie a Maria che mi fa i complimenti per questo piccolo spazio settimanale, ciao!

Dr. Francesco Greco, Psicologo, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.